Il sentiero delle fiabe

Il Mistero di Dracula

Il Mistero di Dracula
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Il Mistero di Dracula

Acerenza

Esistono città in Italia dove nulla è stato lasciato al caso, dove tutto ciò che è visibile conserva la memoria di messaggi e fatti indecifrabili ignoti ai loro stessi abitanti.
In provincia di Potenza, ad una settantina di chilometri da Matera, l’antica cittadina di Acerenza, a 800 metri sul livello del mare, è ricca di misteri che hanno richiamato l’attenzione di numerosi studiosi, ma anche di turisti incuriositi dalle leggende che aleggiano su questo borgo.
Senza dubbio il simbolo indiscusso del paese è la Cattedrale dedicata all’Assunta e a San Canio, che si presenta in stile romanico normanno: ha una struttura così imponente che spesso Acerenza viene definita anche come Città Cattedrale. Nella sua semplicità grandiosa e severa è lunga quasi 70 metri e larga 23, con una forma a crociera di ben 39 metri,10 massicci pilastri e tre navate con transetto.
Ma non sono solo bellezza ed opere preziose custodite al suo interno che incuriosiscono, ma anche i molti misteri ad essa legata, come quello legato alla figlia del conte Dracula che pare sia stata sepolta proprio nella Cattedrale: si tratterebbe di Maria Balsa, moglie del Conte Ferrillo di Acerenza che, secondo le cronache del tempo, era figlia di un despota di una zona tra la Serbia e la Romania.
Sulla facciata è presente uno stemma con un drago, che apparteneva in quel periodo proprio alla casata del principe Vlad III. Legati al vampirismo sono anche le due creature mostruose presenti all’ingresso che mordono sul collo due ignare vittime e il bassorilievo nella cripta dove è possibile vedere il demone Lilith, colui che compariva solo di notte per succhiare il sangue agli uomini. Curioso è l’uomo che dovrebbe raffigurare Dracula negli affreschi, posto di spalle all’altare, a simboleggiare il demone che gira le spalle a Dio.
Maria Balsa, una bambina orfana, giunge a Napoli nel XV, accompagnata da Giorgio Castriota Scanderberg, alla corte di Ferdinando d’Aragona.
Qui cresce e viene data in sposa a Giacomo Alfonso Ferrillo conte di Muro Lucano e signore di Acerenza.
Nel 1524 i coniugi Ferrillo-Balsa ordinano la ristrutturazione della cattedrale di Acerenza facendo edificare al suo interno una piccola e misteriosa cripta. In questa cripta Maria di Balsa ha deciso di svelare il suo segreto.
In realtà Maria di Balsa arriva a Napoli come orfana ma non si ritiene che ciò sia vero. Si suppone che lei appartenesse alla famiglia di Vlad III, chiamato Draculea, da cui poi derivò Dracula.
Il padre Vlad III, dopo aver ucciso e perseguitato circa 40.000 sassoni, venne considerato nemico della chiesa.
Stante infatti la scomunica di Vlad, Maria non avrebbe mai potuto indicare tale discendenza in un paese cattolico, o si sarebbe vista di conseguenza privata dei sacramenti, della possibilità di contrarre matrimonio e della stessa protezione che tanto le occorreva.
Quando si giunge ad Acerenza si è subito colpiti dalla maestosità e imponenza della cattedrale. Si nota subito un grande emblema, un grande stemma che unisce lo stemma dei Ferrillo a uno stemma che in realtà è un drago.
Il drago è un simbolo importante perché riconduce all’Ordine del Drago, un patto di mutuo soccorso militare e familiare.
Vlad Tepes insieme ad altri principi ed Alfonso d’Aragona, era uno degli elementi principali tanto da adottarne sia il simbolo che il nome.
Vlad III muore giovane nel 1476 , proprio durante una battaglia, ed è lecito pensare ad una adozione della figlia da parte del Re di Napoli, in virtu’ del citato accordo, che per gli stessi motivi da asilo a Scandeberg.
Ma all’interno della cattedrale ci soni anche altri indizi che ci riconducono a Dracula, come l’affresco dell’ Adorazione dei Magi di Giovanni Todisco, nel quale Maria Balsa compare nei panni della Vergine.
È una natività e da notare è il manto del più anziano dei Magi, molto particolare in quanto i fregi classici vengono riportati anche sui manti relativi dei voivodi della zona della Valacchia, una regione della Romania. Da notare, anche nell’affresco, il medaglione della Madonna, una spilla d’oro grande con al centro un rubino. Questa spilla ha la forma di una stella.
La stella è un altro simbolo che ci riporta direttamente a Vlad, che la scelse come simbolo quando, proprio nell’anno del passaggio della Cometa di Halley, divenne despota.
Infatti nell’iconografia classica Vlad si vede spesso con un copricapo sormontato da un rubino, da una stella e da una piuma proprio a simboleggiare il passaggio della cometa.
Infine, un altro elemento che ci richiama Dracula è l’immagine di Sant’Andrea patrono della Romania. La domanda che ci si pone è come mai proprio la raffigurazione di un santo appartenente alla sfera dei transilvani sassoni?
La risposta è da ricercarsi nelle altre rappresentazioni nelle quali Dracula viene rappresentato come il persecutore di Sant’Andrea.
Basandoci su questi elementi Maria di Balsa sembrerebbe effettivamente la figlia di Vlad III.
Negli ultimi anni un team di studiosi ha notato qualcosa di strano e alquanto inusuale nella tomba dei Ferrillo nel chiostro di Santa Maria della Nova a Napoli.
Simboli e bassorilievi, in parallelo al duomo di Acerenza, riconducono ancora a Vlad Tepes. In questa tomba compaiono un drago e dei delfini, chiari simboli della Drobugia, la regione in cui Vlad sconfisse i Turchi.
Alla luce di questa scoperta ci si è interrogati se è questa la vera tomba di Dracula.
Proseguendo nella lettura del grifo si legge un drago, due sfingi contrapposte e dei papiri, cioè: drago, Tepes, perché proprio la città di Tebe o Tepès, veniva indicata con due sfingi contrapposte. I papiri chiusi, invece, indicano una verità nascosta. Quindi questa lastra ha rivelato a questi studiosi che lì c’è una verità nascosta, ma che compatibilmente con il simbolo superiore potrebbe effettivamente indicare la presenza di Vlad III.
Questa tomba è circondata anche da un altro mistero: la misteriosa iscrizione che nessuno riesce a tradurre. Su questa iscrizione al momento si può solo asserire che non ha alcun significato reale in nessuna delle lingue fino ad oggi conosciute, infatti non si è ancora individuata la lingua di origine.
La storia ufficiale racconta, invece, che Vlad III muore nel 1476 in battaglia e il suo corpo non fu mai ritrovato.
La nostra storia, invece, parla di una figlia, che riscattato il padre prigioniero, lo condusse con sé a Napoli dove è morto ed è stato sepolto in gran segreto.

Comments :
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    Lorenzo Peterson
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    Tammy Camacho
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    Tammy Camacho
    16th August, 2019 at 03:44 pm
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      Lorenzo Peterson
      17th August, 2019 at 01:25 pm
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