Il Castello Sichinulfo a Grottole, in provincia di Matera, è una fortezza del IX secolo fatta costruire da Siconolfo di Salerno, signore di Salerno e Benevento sulla sommità di una collina distaccata dal resto del paese in un luogo chiamato Contrada della Motta.
La sua costruzione risale al 604 d.C. ad opera del Longobardi di Benevento come avamposto a difesa delle valli del Basento e del Bradano.
Nel corso dei secoli l'edificio fu soggetto a continue successioni di famiglie feudatarie, arrivando ad essere possesso di famiglie nobili del Regno di Napoli.
Non sono state rintracciate notizie precise circa la datazione degli ampliamenti strutturali apportate all'immobile nel corso dei secoli. L'unico feudatario, che sicuramente si adoperò invece ad abbellire il castello, fu Carlo II Spinelli di San Giorgio. Altri lavori furono sicuramente effettuati dall'ultima famiglia feudale che detenne il castello
Poiché il castello sorge in posizione nettamente separata dal centro abitato di Grottole a difesa del maniero esisteva una cerchia urbana, primo elemento difensivo, consistente in una muratura fortificata, di varia forma e spessore, che circondava l'abitato. Essa rappresentava un elemento ornamentale, talvolta scomodo, in tempo di pace, ed un valido strumento di salvaguardia in tempo di guerra.
Di questa cinta di difesa non restano che pochi tratti in pietra, sparsi per il paese, visibili assieme alle quattro e più torri difensive, ormai indelebilmente modificate dal tempo e quasi irriconoscibili. La torre più notevole è quella che oggigiorno corrisponde all'attuale campanile della chiesa dei Santi Luca e Giuliano (Chiesa Diruta). Tale torre fu in seguito ampliata e modificata tanto da essere inglobata all'interno dell'edificio religioso, prendendo la funzione di campanile con orologio.
Il castello è costituito da questa torre centrale, a base quadrata, e da numerosi ambienti attigui che formano il corpo vero e proprio del palazzo.
Agli inizi dell'Ottocento, prima cioè del cambio di destinazione d'uso dell'immobile, la struttura era composta da 13 vani soprani, 6 sottani, la stalla e la cantina. Di grande pregio è un grande camino, posto in prossimità della torre, abbellito di stucchi.
Ben visibile è il torrione con una finestra che affaccia sul paese.
Anche il maniero di Grottole, come un po' tutti gli altri disseminati in Italia ed in Europa, possiede una propria leggenda.
L’antica leggenda che si lega a questa costruzione riguarda il colossale torrione e precisamente la finestra spalancata verso il paese. Si narra che nelle notti di luna e nei mesi di primavera, è facile vedervi stagliata la bionda figura di Abufina, la più bella e la più sfortunata ragazza mai vissuta a Grottole che vi narrerà del suo amore.
" There are many variations of passages of Lorem Ipsum available, but the majority have suffered alteration in some form, by injected humour "
" There are many variations of passages of Lorem Ipsum available, but the majority have suffered alteration in some form, by injected humour "
" There are many variations of passages of Lorem Ipsum available, but the majority have suffered alteration in some form, by injected humour "
" There are many variations of passages of Lorem Ipsum available, but the majority have suffered alteration in some form, by injected humour "
Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm