Il Castello di Pietrapertosa è posto nel punto più alto della Valle del Basento da cui si può dominare un lungo tratto della vallata esso domina l’intero abitato e in ragione di questa posizione il castello ha avuto sempre una funzione militare di avvistamento infatti in corrispondenza della vetta vi è una postazione di sentinella coperta da un arco naturale un foro sulla cima ben visibile anche dal fondo della valle dove si vede svettare questa grande roccia bucata. Il fortilizio fu utilizzato prima dai saraceni guidati da Bomar e in seguito diventò una roccaforte Normanno Sveva. Era un castello inespugnabile posto là in alto a simbolo di dominio e potenza di sicurezza di sfida ma anche di protezione. Il castello oggi conserva una cinta muraria un grande terrazzo la torre le celle dei prigionieri e ambienti scavati nella roccia. Abbandonato nel XVII secolo e ridotto in stato di rudere il castello è stato recentemente sistemato con scavi che hanno riportato alla luce locali di servizio ed importanti reperti archeologici che per tanto tempo sono rimasti coperti dai detriti.
Situato in posizione dominante nel cuore della Magna Grecia il Castello di San Basilio sorge su una collina fra i fiumi Basento e Cavone nel territorio di Pisticci in provincia di Matera. Il maniero venne costruito come masseria fortificata intorno al VII sec. dai monaci greco bizantini che per diffondere il loro culto e per dedicarsi alla coltivazione della terra dopo la morte di Basilio di Cesarea avvenuta nel 379 d.C. giunsero nel sud Italia occupando il territorio di Pisticci. Intorno al 1080 il castello divenne feudo normano sotto Rodolfo Maccabeo e la moglie Emma sorella del Re Ruggero I. In questo periodo la struttura assunse le caratteristiche di castello con la costruzione del torrione centrale in origine munito di ponte levatoio e poi sostituito con un ponte in muratura. In questo spazio erano collocati gli ambienti destinati ai diversi momenti della vita dei monaci: il refettorio la cucina il dormitorio l’archivio la biblioteca e la chiesa. Dai feudatari normanni fu in seguito donato alla comunità benedettina dell abbazia di Santa Maria del Casale di Pisticci. Nel XIV secolo passò di proprietà alla Certosa di Padula e nel 1830 al marchese Angelo Matteo Ferrante di Ruffano e suo figlio Matteo Gennaro. Attualmente è proprietà della famiglia Berlingieri e custodisce un importante collezione di opere e installazioni di arte contemporanea. Il castello si presenta quale luogo incantato immerso nel verde. La struttura è dominata dalla grande torre quadrata del Re Ruggiero dalla cui sommità lo sguardo spazia su un territorio immenso comprendente tutto l arco del golfo di Taranto infatti il castello è costruito su una lieve altura che permette di dominare il territorio circostante e tuttavia è immerso nel verde in modo tale che non poteva essere ben localizzato immediatamente dai nemici. La funzione principale della torre era infatti quella di controllare il litorale coadiuvata dalle altre torri vicine per dare l allarme in caso di sbarco dei pirati saraceni. Sulla terrazza della torre è infatti ancora posta la campana dell allarme.
Sospeso su un grande costone di roccia nei pressi dell’omonima frazione sorge il Castello di Castrocucco a Maratea in provincia di Potenza. Le sue origini non sono molto chiare molto probabilmente la costruzione è da far risalire al IX sec. È noto poi che tra la fine del XIV e l inizio del XV secolo il castello venne abbandonato. In seguito fu ceduto con l annesso feudo tra il 1470 e il 1660 prima ai nobili De Rosa e poi ai nobili Giordano. Durante il XVI secolo fu ristrutturato e ingrandito e le sue mura furono modificate per ospitare delle bocche da fuoco. Dal 1664 fu tenuto dai Labanchi famiglia di possidenti calabresi proveniente da Bisignano che possedettero il castello e il suo territorio fino al XIX secolo. Il castello di Castrocucco fu abbandonato nel XVII secolo pertanto presenta un pessimo stato di conservazione. Sono comunque ancora ben distinguibili alcuni elementi come la porta di accesso alcuni bastioni posti agli angoli della struttura e tratti del cinto di mura. Il castello fu costruito per proteggersi dalle incursioni saracene che arrivavano dal mare quindi la sua posizione è arroccata su una delle migliori zone di controllo che rispondevano all esigenza di difesa dei castellani e degli agglomerati retrostanti inclusa la stessa Maratea. Di notevole interesse sono le rovine di un antico borgo che sorgono nei pressi del castello. Secondo alcune ipotesi il borgo si sviluppò in seguito all edificazione della struttura medioevale. Sono presenti i resti di oltre 20 edifici di una torre di guardia delle mura di cinta e di una chiesa che la tradizione popolare di Maratea vuole fosse dedicata a San Pietro. All interno di questa si rilevano cripte e residui di antiche pitture ancora parzialmente visibili malgrado la secolare esposizione alle intemperie. Il sito è dal 2005 sotto la tutela del Ministero dei Beni Culturali e tutta l area circostante è stata individuata quale Sito di Interesse Comunitario.
Il Castello Sichinulfo a Grottole in provincia di Matera è una fortezza del IX secolo fatta costruire da Siconolfo di Salerno signore di Salerno e Benevento sulla sommità di una collina distaccata dal resto del paese in un luogo chiamato Contrada della Motta. La sua costruzione risale al 604 d.C. ad opera del Longobardi di Benevento come avamposto a difesa delle valli del Basento e del Bradano. Nel corso dei secoli l edificio fu soggetto a continue successioni di famiglie feudatarie arrivando ad essere possesso di famiglie nobili del Regno di Napoli. Non sono state rintracciate notizie precise circa la datazione degli ampliamenti strutturali apportate all immobile nel corso dei secoli. L unico feudatario che sicuramente si adoperò invece ad abbellire il castello fu Carlo II Spinelli di San Giorgio. Altri lavori furono sicuramente effettuati dall ultima famiglia feudale che detenne il castello Poich il castello sorge in posizione nettamente separata dal centro abitato di Grottole a difesa del maniero esisteva una cerchia urbana primo elemento difensivo consistente in una muratura fortificata di varia forma e spessore che circondava l abitato. Essa rappresentava un elemento ornamentale talvolta scomodo in tempo di pace ed un valido strumento di salvaguardia in tempo di guerra. Di questa cinta di difesa non restano che pochi tratti in pietra sparsi per il paese visibili assieme alle quattro e più torri difensive ormai indelebilmente modificate dal tempo e quasi irriconoscibili. La torre più notevole è quella che oggigiorno corrisponde all attuale campanile della chiesa dei Santi Luca e Giuliano Chiesa Diruta . Tale torre fu in seguito ampliata e modificata tanto da essere inglobata all interno dell edificio religioso prendendo la funzione di campanile con orologio. Il castello è costituito da questa torre centrale a base quadrata e da numerosi ambienti attigui che formano il corpo vero e proprio del palazzo. Agli inizi dell Ottocento prima cioè del cambio di destinazione d uso dell immobile la struttura era composta da 13 vani soprani 6 sottani la stalla e la cantina. Di grande pregio è un grande camino posto in prossimità della torre abbellito di stucchi. Ben visibile è il torrione con una finestra che affaccia sul paese. Anche il maniero di Grottole come un po tutti gli altri disseminati in Italia ed in Europa possiede una propria leggenda. L’antica leggenda che si lega a questa costruzione riguarda il colossale torrione e precisamente la finestra spalancata verso il paese. Si narra che nelle notti di luna e nei mesi di primavera è facile vedervi stagliata la bionda figura di Abufina la più bella e la più sfortunata ragazza mai vissuta a Grottole che vi narrerà del suo amore.
Il Castello di Policoro venne edificato sulle fondazioni di un antico e imponente tempio sulla punta orientale dell’acropoli delle colonie greche di Siris ed Heracleia. Il maniero domina la costiera Jonica e la piana circostante. Le origini si fanno risalirei ai monaci Basiliani che attorno alla metà del VIII secolo d.C. costruirono un edificio fortificato con funzioni di monastero e centro produttivo agricolo. Nei secoli il monastero passò dai monaci Basiliani ai Benedettini e successivamente all’ordine dei Gesuiti che lo modificarono in casale fortificato sul sito sull’antico Castrum. Nel 1791 l’edificio e l’intero fondo vennero acquistati dalla principessa Maria Grimaldi Gerace Serra che trasformò il vecchio monastero in casale nobiliare determinandone l’attuale assetto architettonico. Nel 1893 il Castello di Policoro divenne proprietà del Barone Berlingieri di Crotone. Dichiarato nel 1984 Bene Culturale con un Decreto Ministeriale dopo decenni di incuria e abbandono è stato recentemente oggetto di una completa opera di restauro conservativo e funzionale grazie alla quale è stato possibile scoprire e porre in risalto la pregevolezza dei materiali originari appartenenti all’antico tempio sul quale il Castello è stato edificato secoli addietro e l’incantevole fascino degli spazi sia interni che esterni che caratterizzano l’imponente edificio in particolare la Corte Interna e le Gallerie.
Il Castello di Cancellara realizzato in pietra calcarea domina imponente il paese e la vallata. È custode di leggende e tesori mai ritrovati. Per il piccolo paese di Cancellara è un’importante attrazione turistica e culturale ed è sede della sezione Basilicata dell’Istituto italiano dei castelli. Venne costruito dalla famiglia Acquaviva d’Aragona intorno al 1300 e fece da residenza feudale agli Acquaviva ai Carafa ai Caracciolo ai Pappacoda. Forse distrutto e sicuramente danneggiato dal terremoto del 1694 rimane diruto per lungo tempo e solo nel XIX sec. si trovano fonti che lo descrivono ricostruito e simile a quello che è ancora oggi. Le cortine murarie hanno elementi artistici significativi come portali bugnati decorazioni fregi cornicioni in pietra lavorata. È formato da un insieme di corpi di fabbrica a 3 livelli che racchiudono un cortile interno quadrangolare. Il capo esposto a Sud si affaccia su uno strapiombo di 40 m. Sul lato Est si erge un torrione quadrangolare avanzato rispetto all’edificio. Di fianco alla torre c’è l’ingresso principale preceduto da una lunga gradinata e da un piccolo cortile racchiuso da muri di cinta. Le finestre a Sud sono disposte su 3 file allineate verticalmente con scansione regolare mentre quelle a Nord appaiono disposte in maniera più caotica. Alcuni anziani raccontano che questo castello fosse più grande dell’attuale che ad esso si univa una cinta muraria che racchiudeva il paese e che riusciva a difenderlo non è inusuale che si sia conservato solo la dimora principale mentre le altre superfici furono adibite ad abitazioni private. Si racconta che quando fu costruito il castello l’architetto ignoto volle costruire ben 365 stanze tante quanti i giorni dell’anno forse perch così il barone poteva goderne la luce da ogni angolo. A proposito della luce vi è un aneddoto molto interessante pare che ancora oggi qualcuno conosce una stanza del castello dove non compare per niente la luce. Molti hanno tentato di illuminarla senza riuscirci. Altra leggenda è quella della stanza del tesoro: pare che ci fosse una stanza contenente un tesoro il cui pezzo pregiato fosse una chioccia d’oro con i pulcini anch’ essi dorati. Come ogni castello anche quello di Cancellara pare avesse un passaggio segreto che sbucasse fuori dal centro abitato si presuppone vicino la fiumara. Tra leggende e misteri comunque di certo c’è che secoli fa il castello e la piazza sottostante piazza Sedile fossero ad uno stesso livello e che uno smottamento li abbia collocati nella posizione attuale.
Il Castello di Laurenzana in provincia di Potenza sorge su una rupe al centro del paese. La sua costruzione risale al 1150 epoca normanna e il primo faudatario fu il normanno Guglielmo figlio di Matteo da Tito. Durante il periodo svevo il castello figura come struttura fortificata con funzioni prevalentemente militari. La fine del regno svevo coincide con l avvento degli Angioini. Durante il loro regno si ebbe il passaggio del Castrum Laurenciani prima ad Annibaldo de Trasimundo poi a Guglielmo de Tournespèe che apportarono notevoli trasformazioni all interno del castello. Nel 1442 il feudo di Laurenzana passò nelle mani degli Aragonesi. Dal 1454 in poi si avvicendarono diverse famiglie baronali alla guida del feudo. I primi che ottennero il privilegium furono la famiglia degli Orsini con Maria Donata. Agli Orsini si legò la famiglia Del Balzo e nel 1483 divenne signore di Laurenzana Raimondo Orsini Del Balzo. Questi iniziò il rifacimento del castello trasformandolo da rocca in palazzo baronale. Edificò sulle fondamenta del castello normanno l ala nord che si affaccia sul sagrato della Chiesa Madre nella corte interna al secondo piano vennero realizzate un ordine di logge simili a quelle del castello di Venosa. La parentesi degli Orsini Del Balzo a Laurenzana si chiuse con lo stesso Raimondo. La nuova famiglia che si insediò fu quella dei conti Poderico nelle persone di Paolo e Antonio che governarono dal 1496 al 1550 seguirono le famiglie dei Loffredo dei conti Filangieri e dei De Ruggiero. Nel 1606 il feudo passò ai Gaetani D Aragona. In questo periodo il castello subì ulteriori trasformazioni: vennero meno le ragioni difensive e il maniero si trasformò in uno splendido palazzo. Nel 700 il castello subì l ultima profonda ristrutturazione che lo porta ad assumere le forme attuali. L ultima famiglia a tenere il feudo dopo i Gaetani D Aragona è stata quella dei duchi Quarti di Belgioioso che abitarono il vecchio maniero sino ai primi decenni del novecento. Oltre l aspetto storico architettonico è da ricordare che attorno al castello aleggiano molte leggende : come quella delle 365 stanze tante quanti sono i giorni dell anno la mezza signora che nelle ore più buie della notte si affaccia alle finestre per scrutare il paese addormentato la fondazione del paese ad opera di un pastore di nome Lorenzo dal quale pare sia nato il nome di Laurenzana.
Il Castello di Monteserico situato sull’omonima cima da cui appunto prende il nome dista 15 chilometri dal centro di Genzano di Lucania e domina la valle del Bradano. Esso è una testimonianza del dominio nei secoli passati dei Longobardi e poi dei Normanni. Si presenta come un antico baluardo nel mezzo di campi coltivati e del niente assoluto attorno. Concepito dai normanni come sistema difensivo nel medioevo fu anche rifugio dei monaci basiliani. La costruzione classico esempio di architettura medievale conobbe il suo massimo splendore grazie agli Svevi che lo ristrutturarono e lo abbellirono poich proprio in questo posto Federico II amava soggiornare affinch potesse praticare l’arte della falconeria che tanto amava. Intorno all’anno mille il castello venne designato come Magister Massarium Apulia una sorta di Domus agricola del Demanio Regio di Federico II per l’allevamento dei cavalli e la produzione agricola. Dal punto di vista architettonico il castello ricalca i canoni del medioevo con una volumetria a forma di tronco di cono circondato da un fossato. La struttura è composta da una torre quadrangolare centrale ed un recinto più basso e con tratti murari a scarpa. Superato un ponte ed il portale di acceso si accede in una breve corte quadrata la quale separa il mastio dalla massa esterna che lo recinge. La pianta del piano terra è divisa in due parti con un arco che sostiene una volta a botte a sesto acuto. Ai due piani superiori che oggi non conservano traccia della loro antica struttura si accedeva mediante una scala a chiocciola completamente distrutta. Da un solo lato il castello è unito alla spianata per mezzo di un ponte levatoio dagli altri lati si erge a picco sulla nuda roccia. Nei sotterranei contiene grotte che risalgono alla preistoria.
Il Castello di Bernalda che domina la valle del Basento è situato nella centrale piazzetta San Bernardino da Siena dove è presente anche l’omonima chiesa. Venne costruito nel 1470 anche se recenti scoperte fanno risalire le sue origini all’epoca normanna mentre la forma delle torri lascia suppore che sia di origine angioina. Ciò che è certo è che il castello come noi oggi lo conosciamo venne costruito per volere di Bernardino de Bernaudo segretario di re Alfonso II di Napoli dal quale poi è derivato il nome dell’intera città di Bernalda. L’architettura del maniero rispecchia perfettamente quella in uso alla fine del 400: forma quadrangolare con tre torri angolari anche se originariamente la struttura era molto più grande e comprendeva altre torri. Nel corso della storia il castello è stato molto rimaneggiato nelle dimensioni. Le tre torri rimaste hanno delle fortificazioni rivolte sia all esterno della struttura che all interno del castello. Nella parte interna del castello vi sono diversi cunicoli uno in particolare raggiungeva la Val Basento ed era una via di fuga in caso di assedio. A causa della paura di quest eventualità De Bernaudo fece costruire più di dieci pozzi acquiferi per avere una riserva illimitata d acqua. L ingresso dava sulla piazza ed era raggiungibile per mezzo di un ponte levatoio in legno che nel 1745 fu sostituito da uno in muratura. Nel 1735 quando era occupato dalla famiglia spagnola dei baroni Navarrete vi fu ospitato Carlo III di Borbone il quale volle visitare i territori del suo regno appena acquisito concedendo al piccolo centro il titolo di Città . Nel 1999 il Castello è stato acquistato dal Comune di Bernalda dai vecchi proprietari i Caruso ed è iniziato un lungo lavoro di restauro che è terminato solo nel 2018 dalla scrostatura degli intonaci realizzati negli anni in cui tutta la struttura è stata adibita a diverse abitazioni sono emerse tante sorprese che stanno determinando la riscrittura della storia del castello.
Il castello Tramontano è situato sulla collina di Lapillo sovrastante il centro storico della città di Matera. Venne edificato a partire dal 1501 dal conte Giovan Carlo Tramontano feudatario di Matera. Nato come residenza normanna alla periferia della città era originariamente costituito da otto torri quadrate usate come difesa dall eventuale attacco dei nemici ed era dotato di un ponte. Il progetto prevedeva anche la costruzione di un camminamento tra il Castello Tramontano e il Castiglione Normanno che non fu mai realizzato. Giovanni Antonio Ursino padrone del Principato di Taranto e di molte terre tra cui la contea di Matera si disfece di queste strutture per crearne altre più adeguate ai tempi e vendette una parte del castello per far spazio a bastioni rotondi. Il nuovo re di Napoli Ferdinando II aveva promesso ai materani di non cedere più la città ad alcun feudatario dopo che questa si era già liberata più volte dal giogo feudale pagando diversi riscatti per restare città libera ad autonomo reggimento cioè dipendente direttamente dalla Corona reale. Invece il conte Tramontano che vantava crediti nei confronti dell Erario reale chiese ed ottenne la contea di Matera nel 1496. Il rapporto del conte Tramontano con la popolazione non fu mai idilliaco tanto da essere assassinato dagli stessi cittadini. Dopo la sua morte nel 1515 da parte di alcuni vassalli ribelli i lavori del castello non vennero mai portati a termine.