«Venosa è una meta ambita: un mix di storia, enograstronomia e quant’altro per soddisfare a pieno l’esigenza del turista. Dobbiamo lavorare insieme per traghettare questa splendida civitas verso il futuro».
VENOSA - Un viaggio virtuale all'insegna della cultura, delle tradizioni e dell'enogastronomia venosina: questo è stato il senso della piacevole chiacchierata con Marianna Iovanni, sindaca di Venosa, città di Orazio e punto di riferimento inamovibile del Vulture. Dalle sue parole è emerso un forte senso di attaccamento al territorio e un raro atteggiamento lungimirante nei confronti dell'offerta turistica del futuro che la città dovrà essere in grado di offrire.
Sindaca, tre aggettivi per descrivere Venosa.
«La nostra Venosa è una città suggestiva, romantica ma anche coinvolgente e innovativa… Scusi ne ho usati quattro… Però mi sono anche limitata. Tre sarebbe troppo riduttivo».
Perché un turista deve visitare Venosa?
«Un turista visita Venosa per completare il suo percorso qui, in destinazione Basilicata. Venosa è una meta ambita perché racchiude e amplia l’offerta turistica della nostra regione. Un mix di storia, enograstronomia e quant’altro per soddisfare a pieno l’esigenza del turista».
Ci ha convinto! Ci faccia da Cicerone in un tour virtuale della sua città.
«A Venosa si arriva immediatamente e si parcheggia di fronte al Parco Archeologico della nostra città, all'interno del quale si visitano i resti di quella che fu l’antica Venusia latina, la Venosa di Quinto Orazio Flacco, la Venosa della via Appia. All’interno di quel parco, infatti, camminiamo tra le vie dell’antica Venusia, attraversiamo resti di terme, domus, fino a inoltrarci in un luogo magico: l’Incompiuta, una chiesa medievale mai portata a termine, all’interno della quale si respira l’infinito del tempo. E poi affianco abbiamo il Santuario della Santissima Trinità, il mausoleo degli Altavilla all’interno del quale è sepolto un principe normanno, Roberto il Guiscardo. Un piccolo grande scrigno di storia dell’arte che si ammira dal basso verso l’alto in un vortice di emozioni. Già questo riempie la mattinata e poi il percorso merita una pausa in una delle tante strutture ricettive della nostra città, tra ristoranti e taverne all’interno delle quali poter gustare i nostri piatti tipici e il nostro “oro nero”, il nostro Aglianico. E magari durante queste degustazioni confrontarsi un attimo su quello che è il proseguimento della visita, che va dal castello di Pirro del Balzo eretto nel 1470, poi diventato dimora principesca della famiglia Gesualdo. Nel nostro castello nacque il principe dei musici Gesualdo da Venosa, il quale creò il “madrigale a cinque voci”, un principe della musica, un vero e proprio principe europeo della musica. E poi, ancora, il Parco Paleolitico di Notarchirico, a 10 km dal centro della nostra città. Parco a cui è interessata la stessa Parigi: il Museo di Storia Naturale di Parigi, ogni anno, da ormai cinque anni, viene a Venosa per conoscere meglio uno spaccato di preistoria ancora poco noto. In quel parco, in quell’immenso parco paleolitico è stata trovata la diafisi femorale di homo heidelbergensis”, l’homo erectus europeo. Settecento mila anni di storia ci guardano e settecento mila anni di storia abbiamo da scoprire in quel luogo. E sempre all’interno del castello, è stato da poco inaugurato il Museo Archeologico Nazionale dedicato al grande archeologo Mario Torelli: un mix di tradizione classica e innovazione tecnologica. E’ fantastico: un museo all’interno del quale il visitatore non è solo un passivo spettatore di quella visita ma diventa attore, perché i contenuti multimediali lo immergono, fanno in modo che la visita possa diventare una vera e propria immersione nell’antica Venusia: dalla fondazione da parte dei Romani fino al Rinascimento».
Quali sono le iniziative culturali di rilievo in cartellone quest’estate?
Quest’estate finalmente i luoghi della cultura di Venosa (castello, Santissima Trinità) sono tornati ad essere scenari di teatro, musica e anche danza. La terza edizione di ArtFest con ballerini che venivano da ogni parte d’Italia, ha, per esempio, rallegrato la prima settimana del mese di agosto; oppure ancora, Teatri di Pietra nel nostro castello, ma anche il Festival dei Cinque Continenti: abbiamo avuto “Eneide”, abbiamo avuto un omaggio a Ennio Morricone l’altra sera nella Santissima Trinità. Anche una rassegna letteraria, curata dall’Assessore alla Cultura che terminerà quest’anno il 4 settembre, con la presentazione, finalmente a Venosa, del Premio Campiello 2019, il “Madrigale senza suono” di Andrea Tarabbia che ha dedicato la sua opera al nostro principe Carlo Gesualdo».
Turismo, enogastronomia, cultura e storia: è questa la ricetta per lanciare definitivamente Venosa?
«Un connubio perfetto. E’ esattamente quello che cerchiamo e a cui auspichiamo, lavorando con sinergia con le associazioni di categoria della città perché insieme dobbiamo crederci e portare e traghettare questa nostra bella e splendida civitas verso il futuro che ci attende: perché questo futuro ce lo dobbiamo riprendere».
Donatello D'Andrea
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm