Ginestra sorge sulle rovine dell’antica Lombardo-massa nel XV sec. quando vi si trasferirono 50 famiglie albanesi in fuga da Scutari a causa delle persecuzioni turche.
L’indipendenza come comune l’ha avuta solo nel 1965, fino a quel momento era frazione del comune di Ripacandida.
Il borgo è profondamente permeato di cultura albanese, soprattutto nel dialetto, mentre i riti e le tradizioni stanno scomparendo anche a causa della sospensione del rito ortodosso nel 1627.
Ginestra fa parte di quei comuni che costituiscono la minoranza etnico-linguistica italo-albanese in Basilicata.
Passeggiando nel paese è da notare come il nome delle vie e delle piazze è sia in italiano che in arbëreshe, a dimostrazione di quanto siano radicate le origini albanese del piccolo centro lucano.
Dal punto di vista artistico e culturale richiamano l’attenzione la chiesa di San Nicola Vescovo del 1500, la quale custodisce un battistero per immersione e il Santuario della Madonna di Costantinopoli, poco fuori dal centro abitato, al suo interno si può ammirare un affresco murale di scuola orientale del XVI secolo, raffigurante la Vergine.
Ginestra è nota come Borgo dei Sapori, un percorso enogastronomico nato con l’intento di recuperare le origini albanesi del paese attraverso la riscoperta dei piatti della tradizione arbëreshe. Il percorso è articolato in quattro case a tema, denominate botteghe: la bottega dei pastori, la bottega del grano, la bottega del vino, la bottega dell’olio e delle erbe. Le quattro botteghe sono situate in un unico plesso nella zona storica dell’Arco Forno. Fuori da ciascuna casa l’insegna in legno reca la descrizione e relativa traduzione in Arbereshe.
In ogni singola bottega si propone ai visitatori l’intero ciclo di produzione che prelude poi al prodotto finito.
All’interno della struttura museale, vengono esposte le erbe etnico-autoctone di Ginestra, corredate tra l’altro da una ricerca dettagliata sulle varie tipologie di erbe usate in cucina e dunque commestibili ed importanti nell’alimentazione tipica degli Arbereshe del 1500. Tali erbe sono altresì coltivate all’interno del giardino etnobotanico gestito dal Comune, che si trova nelle immediate vicinanze del centro storico.
La festa patronale si celebra l’8 agosto in onore della Madonna di Castantinopoli e in questa occasione si svolge anche la sagra dei piatti tipici della cucina Arbereshe.
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm