Filiano è un piccolo centro agricolo dell’Appennino Lucano, nell’Alto bacino dell’Ofanto.
La storia di questo paese è strettamente legata a quella di Avigliano, dal quale si è reso autonomo solo nel 1951.
Filiano ha un territorio ricco di risorse culturali connesse alla natura. In località Tuppo dei Sassi nel 1966 sono state scoperte delle pitture rupestri di scene di caccia che si presume risalgono al Paleomesolitico.
Nel 1999 in località Inforchia è stata rinvenuta una pietra tombale di epoca romano-imperiale, che aggiunge un importante tassello alla storia del comprensorio della Valle di Vitalba durante l’età romano-imperiale, quando i territori erano attraversati dalla Via Erculea, una diramazione dell’Appia Antica.
Nel territorio di Filiano, interessanti per la ricostruzione storica del territorio sono “I Palmenti”, numerosi ed enormi massi di arenaria. Incavati nella parte superiore, quasi a formare una enorme vasca, hanno un buco di scolo ed alcuni, nella parte inferiore, una vaschetta supplementare di raccolta. Si ipotizza che essi servivano alla pigiatura dell'uva, per macinare le olive, per conciare pellami, per conservare l'acqua, ma non si esclude che potessero essere antichi luoghi di culto e di riti pagani.
Il territorio di Filiano è noto anche per la ricchezza di sorgenti, di particolare interesse terapeutico sono le sorgenti di acque solfuree di c. da Scavariello-Monaco e c.da Gianturco e quella di acqua ferruginosa di Agromonte.
In tutta la regione e non solo, Filiano è famosa per la produzione del pecorino a denominazione D.O.P., un formaggio a pasta dura dal sapore delicato.
E’ un prodotto che rappresenta la storia e la tradizione del territorio tanto da assumere la denominazione di origine europea che è arrivata nel 2007. Il latte con cui si produce il Pecorino di Filiano D.O.P. proviene da due mungiture consecutive di pecore autoctone e cioè la razza Gentile di Puglia, la Leccese e la Comisana.
Ogni anno la prima domenica di settembre a Filiano si svolge la mostra mercato del pecorino un’occasione per promuovere e salvaguardare il territorio attraverso valorizzazione del formaggio. L’evento richiama ogni anno numerosi visitatori anche da fuori regione.
Il 31 maggio, i circa 2900 abitanti festeggiano la Santa Maria del Rosario.
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm