Salandra è un caratteristico borgo della provincia materana il cui territorio è caratterizzato dalla presenza dei calanchi di argilla qui chiamati cintoli . Abitato sin dall’antichità dagli Enotri l’attuale centro abitato risale ad epoca normanna. Nel centro del paese è possibile ammirare gli antichi palazzi signorili e quello che resta del castello risalente al XVII sec. Il Santo Patrono è San Rocco festeggiato il 16 agosto nel 1656 il paese fu colpito dalla peste ed a seguito di quella calamità fu proclamato patrono il santo taumaturgo.
75017 Via Regina Margherita, 75017 Salandra, MT
Il paese circondato da paesaggi di montagna di grande bellezza sorge in cima ad una collina. Circa il 35 del proprio territorio è ricoperto di boschi una delle più alte percentuali fra i comuni della regione. Nella zono sono state rinvenuti reperti di un santuario risalenti già al IV III secolo avanti Cristo. Nel santuario si prestava culto ad Artemide dea della caccia a Demetra e ad Afrodite. Fra i reperti rinvenuti si segnalano due piccoli ornamenti in oro e uno specchio in bronzo che confermano la frequentazione femminile del santuario. Artemide infatti veniva invocata soprattutto dalle fanciulle in occasione del matrimonio momento decisivo di passaggio di status. Il nome attuale deriva da quello di S. Quirico il santo bambino martirizzato all’età di appena tre anni sotto gli occhi della madre Giulitta per ordine del giudice. Il culto di chiara derivazione orientale fu probabilmente importato nella zona dai bizantini. La parte più vecchia del paese si è sviluppata intorno alla sommità del colle dove ancora oggi è rintracciabile una torre del castello e si dirama in una serie di vicoli molto caratteristici che scendono verso la parte più bassa dell’abitato dove sono ubicate le chiese di S. Nicola e di S. Giovanni. Del castello medievale resta la torre a pianta quadrata che utilizzata dal 1930 come caserma dei carabinieri dopo il 1980 è stata restaurata e inglobata da un edificio moderno attualmente sede del municipio. La torre si sviluppa su tre livelli e conserva all’interno del primo e secondo piano alcuni ambienti a volta. Presso la Casa dell’Oasi di Pace ospizio per anziani e centro di ritiri spirituali dal 30 maggio 1982 viene venerata una statua della Madonna del Carmelo posta in un’edicola vetrata situata all’ingresso dell’abitazione delle suore. Sarebbe stata la Vergine stessa a rivelare misteriosamente ad alcune persone il desiderio di essere venerata nel paese. La devozione dei pellegrini è testimoniata dai molti ex voto per grazia ricevuta lasciati in dono alle suore. Il patrono del piccolo centro oggi abitato da circa 1300 abitanti è San Rocco.
85010 Via Guglielmo Marconi, 1, 85010 San Chirico Nuovo, PZ
Riguardo l’origine del piccolo centro oggi abitato da circa 1000 abitanti sono state formulate due ipotesi. La prima riconduce la nascita di San Chirico Raparo all antica città di Polisandra in località Noceto. La seconda fa risalire la nascita del centro alla fondazione dell abbazia di Sant Angelo al Monte Raparo. Ciò è dimostrato anche dal nome del paese il quale sembra sia derivato da San Quirico di Iconio molto venerato dai monaci orientali e martirizzato ai tempi delle persecuzioni di Diocleziano. Le varie dinastie e signorie che si sono succedute nel corso dei secoli hanno lasciato una serie di testimonianze artistiche degne di nota. Si possono ammirare Palazzo Ferrara costruito nel XIX secolo e caratterizzato da un notevole portale in pietra e l’interessante Palazzo Barletta in cui sono conservati arazzi e mobili d’epoca. Dal 15 al 18 luglio si svolge la festa patronale in onore di San Chirico Martire della Madonna del Carmine e di Santa Sinforosa di Tivoli Martire. Durante questi 4 giorni si tengono solenni festeggiamenti con una numerosa e sentita partecipazione della comunità locale a testimonianza della forte devozione e dell’attaccamento di tutti i cittadini ai santi patroni.
85030 Via Roma, 12, 85030 San Chirico Raparo, PZ
Il piccolo centro che oggi conta circa 600 abitanti è stato fondato da profughi Albanesi e Coronei provenienti dalla città di Korone nella Morea durante la quarta emigrazione avvenuta nel 1534. Sorge così il casale di Sh n Kostandini basato su un economia agricola con coltivazioni di castagno olivo lino ginestra e cotone. Il paese fu premiato con dei privilegi regali infatti fino al 1671 i suoi abitanti erano esenti dalle tasse e dai pesi fiscali poich i regnanti spagnoli li premiarono per l aiuto dato in passato nelle battaglie contro i turchi. Caratteristiche del centro sono la lingua arb resh il costume tradizionale e il rito bizantino. Il comune ai sensi delle leggi vigenti a tutela delle minoranze etno linguistiche attua il bilinguismo amministrativo utilizzando la lingua albanese anche negli atti ufficiali e nella segnaletica stradale. I Patroni del paese sono due: San Costantino e la Madonna della Stella. A quest’ultima viene dedicata un’importante festa la seconda domenica di maggio di ogni anno. Il momento forse più importante delle celebrazioni è rappresentato dall accensione di caratteristici pupazzi i nusàzit che sono messi su un palco di fronte alla Chiesa Madre e accesi nel momento in cui la Madonna è portata fuori dalla chiesa alla fine della messa e prima dell’inizio della processione diretta al Santuario.
85030 Piazza Europa, 85030 San Costantino Albanese, PZ
Le origini di San Fele risalgono intorno all anno 1000 quando per volere di Ottone I di Sassonia venne costruito un castello per avvistare eventuali assedi da parte dei Bizantini. Dopo un centinaio di anni i primi nuclei abitativi iniziarono a nascere intorno al castello. San Fele ospitò Ruggero II e papa Onorio II che qui stipularono i primi accordi di pace per porre fine agli scontri tra normanni e papato. Nel corso dei secoli il borgo ha visto il susseguirsi di diverse dominazioni diventando poi nel 1432 feudo dei Caracciolo e nel 600 proprietà dei Doria. Il piccolo centro abitato oggi da circa 2800 abitanti è noto per la presenza nel suo territorio di uno dei più antichi e misteriosi santuari della Basilicata quello di Santa Maria di Pierno. A pochi km dal paese è possibile far visita alle Cascate di San Fele immerse in un paesaggio dalla bellezza unica. Le Cascate prendono il nome da U uattenniere la trasposizione dialettale di gualchiera grosso macchinario utilizzato negli opifici per la lavorazione della lana. La Gualchiera di San Fele infatti era situata nei pressi delle Cascate. Seppure allo stato di rudere è stata riconosciuta nel settembre 2014 come bene culturale di interesse storico ambientale ed etnoantropologico in quanto significativo esempio di tipologia architettonica rurale testimonianza dell economia tradizionale del territorio legata alla storia e all identità stessa delle popolazioni locali.
85020 Via Giuseppe Mazzini, 9, 85020 San Fele, PZ
San Giorgio Lucano domina la valle del Sarmento affluente del fiume Sinni e anche il suo territorio è caratterizzato dalla presenza dei calanchi particolari avvallamenti provocati dall erosione sui terreni argillosi. L’origine del nome è da far risalire o al culto verso San Giorgio o in onore dell’eroe albanese Giorgio Castriota Scanderbeg poich la fondazione del paese fu ad opera di immigrati albanesi in fuga dall’occupazione musulmana della loro patria. In epoca feudale San Giorgio Lucano fu feudo dello Stato di Noia l’attuale Noepoli e a questo periodo storico risalgono i palazzi nobiliari presenti nel centro storico. Anche in questo paese come in molti altri della regione il Santo Patrono è San Rocco festeggiato il 16 agosto.
75027 Via Meridionale, 2, 75027 San Giorgio Lucano, MT
Secondo un antica tradizione storiografica San Martino d’Agri ha avuto origine come gran parte dei paesi circostanti dalla distruzione di Grumentum. L impianto urbano vero e proprio risale al IX X sec. quando vi si stabilirono monaci provenienti dall oriente. Nei secoli successivi come il resto del Meridione San Martino passò attraverso le diverse dominazioni straniere: Normanni Svevi e Borbone fino al dominio spagnolo del regno di Napoli quando divenne un feudo di proprietà della famiglia Sanseverino di Bisignano una delle famiglie più potenti del patriziato napoletano che la tennero fino alla fine del XVII sec. Da questi passò ai Sifola di Trani fino al 1806. Successivamente appartenne alla Contea di Chiaromonte poi ai Templari e infine ai cavalieri di Malta. Nel XIX e XX sec. ha subito un notevole spopolamento dovuto alle ondate migratorie che si sono succedute. A pochi chilometri dall abitato è sito il Santuario della Madonna della Rupe in cui viene venerata per alcuni mesi durante l anno la statua della Vergine. La festa per la Madonna della Rupe si tiene il 20 Agosto.
85030 Via Mercato, 38, 85030 San Martino d'Agri, PZ
San Mauro Forte presenta un territorio collinare circondato da uliveti tanto da consociarlo all’Associazione Nazionale Città dell’Olio. È uno dei sette comuni che fa parte della Comunità Montana Collina Materana. Le origini del comune sono molto antiche come testimoniano i ritrovamenti in località Timponi risalenti all’VIII sec. a.C. e tombe del IV sec. L’impianto del borgo è di origine normanna e il nome deriva dalla presenza di un monastero benedettino dedicato a San Mauro e intorno al quale si è sviluppato il nucleo originario del paese. Al borgo si accedeva tramite quattro porte di cui oggi ne resta solo una. L’aggettivo forte venne aggiunto solo dopo il 1861 per ricordare come il paese seppe resistere e respingere i briganti. Il borgo fortificato fu controllato da diversi feudatari e signori che nei secoli crearono le proprie abitazioni all’interno delle mura e oggi costituiscono il patrimonio artistico e culturale di San Mauro Forte. I palazzi risalgono al settecento e presentano pregiati elementi ornamentali come portali in pietra e fregi floreali a testimonianza del rapporto che i proprietari ebbero con la cultura napoletana documentato in particolare da dipinti di ispirazione partenopea presenti nelle cappelle private. L’origine normanna del borgo è testimoniata dalla presenza della torre a tre piani e a forma cilindrica di quello che resta del castello normanno svevo che fu ricostruito dagli Angioini. Il 23 maggio si svolge la festa patronale in onore di San Mauro.
75010 Via Pietro Marsilio, 45, 75010 San Mauro Forte, MT
San Paolo Albanese è un piccolo borgo fondato da profughi albanesi partiti dal porto di Corone nel Peloponneso approdati sulla costa lucana in seguito alle invasioni turche del XVI secolo. Si tratta del comune più piccolo di tutta la regione circa 230 abitanti che hanno conservato diversi dettagli relativi alla tradizione albanese come le usanze i costumi e la lingua. Passeggiando per le vie del paese non è raro imbattersi in persone che vestono il tipico abito albanese o che parlano in lingua arb reshe . Durante una cerimonia nuziale è possibile ammirare l antica cultura in tutte le sue sfaccettature dalla coralità dell evento al carattere tradizionale e simbolico del rito e degli abiti indossati. Il 16 agosto giorno di San Rocco si svolge un rituale antico: la statua del santo viene preceduta dalla himunea un tronetto votivo composto da spighe e ornato di nastri e fiori. La himunea simboleggia la cultura e la tecnica legata alla coltivazione del grano e in quel giorno è oggetto di un culto che rappresenta la fine di un ciclo stagionale ma anche la riappropriazione di una conoscenza del mondo agricolo di una tecnica che garantisce la sopravvivenza della comunità stessa. Il tronetto di spighe è preceduto da mietitori che mimano la mietitura in una danza che è allo stesso tempo rituale di esorcismo delle forze avverse della natura e rappresentazione didattica di movimento efficace per mietere il frutto.
85030 Via Alessandro Smilari, 19, 85030 San Paolo Albanese, PZ
Il piccolo paese abitato da circa 1600 abitanti prende il nome dalla famiglia San Severino feudatari del territorio. Il centro abitato è sorto nel XV secolo. È situato a 887 metri di altitudine. L assenza di smog e di grandi centri vicini fa sì che sul territorio comunale sia possibile l osservazione degli astri in modo ottimale tanto che il comune di San Severino Lucano è stato definito dagli astrofili il paese delle stelle . Ad alcuni km dal centro abitato a 1527 metri di altitudine in posizione panoramica su tutta la valle del Frido sorge il santuario della Madonna del Pollino una delle più amate mete di pellegrinaggio per lucani e calabresi. Sorge sul luogo dove la tradizione tramanda che la Madonna sarebbe apparsa a un pastore intento a condurre le sue greggi sul Pollino. Anche se in genere si fa risalire la sua costruzione al principio del 1700 tuttavia l’Archivio parrocchiale di San Severino Lucano non conserva alcun documento sul santuario. Oggi il complesso da cui si gode di una vista straordinaria sulla Serra del Prete la Serra di Viggianello il colle dell’Impiso e quello del Grattacielo comprende la chiesa e la Casa del Pellegrino. Durante l inverno nella Chiesa Madre di San Severino Lucano viene custodita una statua in legno della Madonna. Poi dal giovedì che precede la prima domenica di luglio la statua viene portata in processione al santuario. Per tre giorni migliaia di persone salgono per i festeggiamenti al monte dove bivaccano pregano suonano le zampogne l organetto o il tamburello danzano e cantano per onorare la Madonna. Molti fedeli girano per tre volte intorno al tempio prima di entrarvi in ginocchio altri portano alla Madonna fiori raccolti lungo il cammino qualcuno indossa il vestito tradizionale. Segni di una sentita religiosità popolare che fortunatamente ha da tempo abbandonato quelle forme di fanatismo religioso che inducevano i fedeli persino a strisciare la lingua per terra. La statua della Madonna del Pollino rientra poi in paese in settembre con una processione che parte dal santuario alle 4 e mezza del mattino proseguendo fino alla frazione Mezzana dove si celebra una Messa quindi ripartendo per San Severino Lucano dove viene accolta con i fuochi d’artificio. A 1.537 mt è posto il Santuario del Pollino il tempio solitario che sta appollaiato come un nido d’aquila sull’orlo di una rupe a piombo sul torrente Frida. Il Santuario fu costruito intorno al 1.700 nel luogo in cui secondo la tradizione la Madonna apparve ad un pastore e in seguito a due donne del luogo che sentita la notizia avendo una di loro tale Maria Rosa il congiunto malato in casa e animate da profonda fede salirono al Monte e trovarono in una grotta avvolta in un grosso panno di lana una piccola Statua della SS. Vergine col Bambino. Al ritorno in paese l’uomo malato fu trovato guarito e per ringraziare la Madonna si fece costruire in quel luogo santo il Santuario. La struttura è semplice e accogliente immersa in una natura incontaminata a cui fanno da scenografia luci colori e un silenzio profondo rotto solo dai suoni della natura. In estate quando la statua lignea della Madonna è al santuario soprattutto in occasione della festa della prima domenica di luglio e dei tre giorni che la precedono migliaia di persone salgono al monte e bivaccano pregano suonano le zampogne danzano e cantano per onorare la Madonna. A pochi metri dal santuario in zona fortemente panoramica è posta una splendida scultura in bronzo alta 2 20 metri realizzata dall’artista olandese Daphnè Du Barry raffigurante la Madonna che rivolgendosi verso la valle offre il Bambino alla gente. L’area del Santuario rappresenta il punto di partenza ideale per le escursioni sulle vette più alte del Parco del Pollino: Serra di Crispo Serra delle Ciavole Monte Pollino Serra del Prete e Dolcedorme passando per i pittoreschi pianori d’alta quota: la grande porta e i piani di Pollino. Proprio di fronte al Santuario su Timpa della Guardia a 887 metri s.l.m si erge RB Ride la giostra panoramica realizzata dall’artista tedesco Carsten Holler una importante opera d’arte contemporanea costituita da una giostra panoramica con 12 braccia dal movimento lentissimo per favorire la contemplazione dello straordinario paesaggio naturale. Partendo dal paese e dalle sue frazioni si possono fare escursioni libere o guidate a piedi o con automezzi a cavallo o in Mountain Bike passeggiate con ciaspole e sci da fondo e per gli esperti arrampicate su pareti attrezzate. A partire da valle dal bosco Magnano si può percorrere il sentiero che conduce al recinto di adattamento del Cervo quello del Torrente Peschiera e l’itinerario di Bosco Magnano e delle Pietre Tonanti. Procedendo verso San Severino centro si può percorrere partendo dal ponte sul fosso Arcangelo e costeggiandolo il sentiero che porta a Timpa della Guardia e ancora il sentiero del Pellegrino che conduce al Santuario e nell’alta valle del Frido sopra Mezzana troviamo i sentieri del Monte Pelato e Acqua Tremola delle Gole di Jannace. Tutta la valle del Frido è attraversata da valle a monte dal sentiero dei Mulini lungo il Frido. Farfalle e Fauna minore opere di arte contemporanea immagini e video sulla storia e la bellezza del paese si possono ammirare al Palafrido a Mezzana Frida. Nella frazione Mezzana Salice c’è un Museo dell’artigianato mentre al centro visite in San Severino centro una bella esposizione di Cronologia geologico paleontologico e tre plastici riguardanti il territorio del Parco e il fenomeno carsico.
85030 Via S. Vincenzo, 69, 85030 San Severino Lucano PZ
L’ipotesi più accreditata sull’origine del nome è connessa alla forte devozione all’Arcangelo Michele Patrono del paese che si festeggia il 29 settembre. L’appellativo le Fratte inoltre deriverebbe dal participio passato passivo dal verbo latino frango spaccare in riferimento al fatto che il borgo nasce sotto la spaccatura rocciosa del monte Carpineto. Le case e i vicoli del centro storico sono abbelliti da murales e sculture marmoree e bronzee che rappresentano la storia gli usi e i costumi del borgo. Ma il maggior punto d’interesse di Sant’Angelo sono le cantine antiche costruzioni ricavate direttamente tra gli ammassi rocciosi che tra loro formano uno straordinario e suggestivo percorso. Per questo motivo Sant’Angelo le Fratte è conosciuto anche come il paese delle cantine .
85050 Via S. Michele, 3, 85050 Sant'Angelo Le Fratte, PZ
L attuale Sant Arcangelo venne fondata dai Longobardi nel VII secolo e prese il nome da San Michele Arcangelo ancora oggi Patrono della città festeggiato l’8 maggio. Passò per la dominazione Normanna e poi Angioina e attraverso le principali famiglie fra cui i Carafa e i Colonna che ebbero il controllo di praticamente tutto il sud Italia. Sicuramente da visitare è l’ Abbazia di Santa Maria d Orsoleo. Il complesso destinato ai Frati Minori Osservanti fu costruito nel 1474 da Eligio II della Marra principe di Stigliano e conte di Aliano ampliando una precedente Cappella del XII secolo. Secondo la leggenda la costruzione è iniziata come ringraziamento di Eligio per il sostegno e il coraggio che la Madonna gli concesso per affrontare e uccidere un drago che infestava le zone circostanti. Al XIII secolo risale l antica statua lignea della Madonna di Orsoleo che ancora oggi viene venerata e si festeggia ogni anno l 8 settembre. Della chiesa che la ospita annessa al complesso e riccamente decorata è particolarmente degno di nota il coro ligneo dietro l altare maggiore che fra le figure scolpite presenta anche una Madonna col Bambino seduta tra rami di un albero e con ai piedi un orso e un leone. La Torre Molfese situata nelle vicinanze lungo la strada che conduce al monastero si ritiene possa essere stata in origine una torre d avvistamento a protezione dei viandanti diretti al convento. Dopo la soppressione degli ordini monastici del 1861 iniziò il declino e un progressivo abbandono di tutto il complesso. L’ex monastero ospita oggi un Museo Scenografico che grazie a installazioni multimediali permette di conoscere il luogo e la vita monastica che vi si è svolta.
85037 Corso Vittorio Emanuele, 1, 85037 Sant'Arcangelo, PZ