Castelluccio Inferiore è un piccolo borgo dell’Appennino lucano nel parco Nazionale del Pollino e appartenne come casale a Castelluccio Superiore fino al 1813. Il nome deriva dalla costruzione di un castello ad opera dei Sanseverino controllato da un capitano lucano di nome Lucio a Castelluccio Superiore da qui il nome Castel di Lucio e successivamente l odierno nome di Castelluccio. Secondo alcuni reperti archeologici si presume che sia stata fondata sui resti dell’antica Tebe Lucana costruita dagli Osci e sulle rovine dell’antica città presannita e romana Nerulum un antico sito fondato dai Lucani attorno al VI secolo a.C. Castelluccio Inferiore fu un borgo feudale e il suo centro si sviluppò nella Valle del Mercure. Nel centro storico interessante risulta la chiesa madre dedicata a San Nicola di arte barocca e costruita su una vecchia struttura medievale nel cui interno sono conservati un coro ligneo una fonte battesimale ed altre opere lignee. Nella zona di San Giovanni sorgevano un tempo impianti azionati da macchine idrauliche tra cui una filanda e un mulino ad acqua di cui oggi restano le macine le tramogge e il buratto. Castelluccio Inferiore è la patria del Picciddèt un pane dolce pasquale uno dei pochi lussi che la società castelluccese si concedeva nella ricorrenza della festività cristiana. U Picciddèt è stato riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Ogni anno nel mese di dicembre nel borgo si svolge una sagra A Pricicch dedicata al vino novello. Il paese ha dato i natali a Francesco De Rosa lo scopritore del metallo argentino un metallo nuovo che per molti anni venne utilizzato nel settore navale e per la realizzazione di vari oggetti.
85040 Largo Marconi, 1, 85040 Castelluccio Inferiore, PZ
Castelluccio Superiore sorge nel cuore dell’Appennino lucano meridionale nel Parco Nazionale del Pollino. Per molti versi la sua storia è simile a quella di Castelluccio Inferiore poich fino al 1813 erano un unico comune. Il centro storico venne costruito secondo la tecnica dell’incastellamento medievale. Dell’antico castello intorno al quale si è sviluppato il borgo non resta nulla se non Porta Castello. Il territorio di Castelluccio Superiore è ricco di aree naturali che meritano attenzione come Bosco Difesa che ospita molte specie botaniche e alcuni esemplari autoctone di orchidee non manca la fauna caratterizzata da alcuni esemplari particolari come lo Scoiattolo nero meridionale. Altra area naturale di particolare interesse è Monte Zaccana compreso nel Parco del Pollino che ospita il raro Pino Loricato importante per la fauna invece è la presenza del Lupo Appenninico. Presso il monte Zaccana è possibile visitare il Santuario Madonna del Soccorso del XVII sec. 1500 e conserva al suo interno un coro ligneo e un altare in marmo policromo del XVII sec. In occasione della festa patronale del 20 luglio nel paese oltre alla processione si svolgono i Lialò la tipica asta castelluccese che va in scena durante le feste religiose come rito pagano. Durante la processione si effettua la cerca dei doni tra i credenti gli omaggi raccolti solitamente prodotti tipici vengono venduti in asta dal banditore per finanziare la festa.
85040 Via Senatore Arcieri, Castelluccio Superiore, PZ
Nel cuore delle Dolomiti lucane sorge Castelmezzano definito come uno dei borghi più belli del mondo da visitare almeno una volta nella vita. Borgo tipicamente medievale incastonato in una conca rocciosa è caratterizzato da numerose ripide gradinate che percorrendole conducono il visitatore ad altezze da dove si può godere dello spettacolo delle Dolomiti lucane. Il paese vive un rapporto equilibrato con le componenti naturali e ciò le ha permesso di essere definita città natura e di aggiudicarsi il posto tra I Borghi più Belli d’Italia. La piazza più importante è Piazza Caiazzo dominata dalla chiesa madre di Santa Maria dell’Olmo una sede templare fondata nel 1200 recante una facciata in stile romanico. Nella facciata laterale è stata riportata alla luce durante un restauro una porta segreta rivolta a Oriente e sormontata da una croce templare a otto punte. Castelmezzano è disseminata di simboli collegabili all’antico ordine di Gerusalemme che spuntano un po’ in tutto l’abitato tra le altre chiese del borgo le case in pietra che si confondono con la roccia e le gradinate scolpite nell’arenaria che conducono ai ruderi del castello normanno. Il Castrum Medianum cioè castello di mezzo da cui deriva il nome del paese era la fortezza normanna posizionata a metà strada tra i castelli di Pietrapertosa e di Brindisi Montagna. Nella Valle del Caperrino poco fuori dal paese è possibile visitare i resti di antichi mulini. Percorrendo la vallata si attraversa un ponte in pietra ad arcata unica forse di età romana che conduce al vicino paese di Pietrapertosa. Questi due paesi da qualche anno sono legati da un’adrenalinica attrazione turistica il Volo dell’Angelo. Imbragati e agganciati ad un cavo d’acciaio tra le vette di Castelmezzano e Pietrapertosa il visitatore verrà librato nell’aria un’esperienza unica in Italia ma anche nel Mondo per la bellezza del paesaggio e per l’altezza massima di sorvolo. Ma se si ha paura di volare si può raggiungere Pietrapertosa vivendo un’altra esperienza particolare con la natura attraverso il Percorso delle 7 Pietre una passeggiata di due chilometri su sentiero rurale con postazioni multimediali che diffondono musiche e brani di Vito ballava con le streghe di Mimmo Sammartino. A Castelmezzano importante è anche la festa del Maggio che si svolge a settembre in onore di Sant’Antonio un rito che rientra tra i riti arborei della Basilicata. Castelmezzano rientra anche nel circuito delle Bandiere Arancioni un marchio di qualità turistico ambientale che viene conferito dal TCI ai piccoli comuni dell’entroterra italiano. La festa patronale si svolge ad agosto in onore di San Rocco.
85010 Via Roma, 28, 85010 Castelmezzano, PZ
Castelsaraceno sorge sull’Appennino Lucano fondato nel 1031 dai Saraceni come punto di avvistamento presso l’antica Planula e venne completamente distrutto da un terremoto. Anche Castelsaraceno ha subito diverse dominazioni. La struttura medievale del borgo si evince dalle vie ripide e tortuose e dai vicoli ciechi detti supporti . Nel centro del paese meritano attenzione il Palazzo Baronale risalente al XV sec. e la chiesa di Santo Spirito che conserva un trittico del pittore D Amato appartenente alla scuola napoletana di Raffaello e un prestigioso polittico raffigurante San Leonardo quest ultimo da attribuire al pittore Ippolito Borghese. In località Mancusi invece è possibile vedere i resti di un mulino ad acqua. Castelsaraceno è famoso per ospitare il ponte tibetano più lungo del mondo. Questo ponte ha una lunghezza di 586 metri per 80 di altezza. È il ponte tra i due parchi infatti collega il Parco del Pollino a quello dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese. Castelsaraceno è la meta ideale per le passeggiate all’aria aperta ed anche meta perfetta per le vacanze sulle montagne lucane. Interessante risulterebbe visitare il borgo a giugno in occasione della festa patronale di Sant’Antonio in occasione della quale si svolge Il rito della ndenna un particolare rito arboreo che si articola in tre fasi ossia le prime tre domeniche di giugno. Altra particolarità: pare che il borgo abbia la forma di un cuore.
85031 Piazza Piano della Corte, 1, 85031 Castelsaraceno, PZ
Nella Valle del Sinni saldato allo schienale della Manca sorge Castronuovo di Sant’Andrea un piccolo borgo del Parco Nazionale del Pollino le cui origini sono piuttosto antiche. Secondo la storiografia più recente pare sia stato fondato dai Romani nel periodo delle guerre civili intorno al 70 a.C. che costruirono fortificazioni militari contro gli assalti da parte delle popolazioni locali. L’attuale borgo risale al tempo delle prime invasioni barbariche e venne costruito secondo la tecnica dell’arroccamento. Tra il X e XI sec. giunsero i monaci Basiliani provenienti dal Mercurion e diedero unità spirituale e religiosa alle popolazioni del territorio e costituirono una nuova Eparchia monastica nella valle del Sinni quella di Latiniano che comprendeva l intera area circostante Castronuovo con gli abitanti limitrofi di Carbone Teana e Armento. Passeggiando per il borgo risulta interessante la chiesa madre del 700 dedicata a Santa Maria delle Nevi il cui esterno presenta un portale in marmo con trabeazione aggettante decorata sovrastata da una nicchia con una statua della Madonna. Castronuovo di Sant’Andrea è un luogo ideale per chi ama immergersi nella natura e affrontare escursioni e lunghe passeggiate. A questo proposito non può mancare l’escursione al Fosso dello Strittolo un canyon immerso nel verde sul cui fondo scivola lo Strittolo. I tesori locali sono i boschi le sorgenti e la Pellegrina fontana attrezzata con area picnic. Interessante nel territorio è anche la grotta con stalattiti. Castronuovo di Sant’Andrea ha dato i natali a Sant’Andrea Avellino da cui deriva appunto il nome del paese e in onore del quale la terza domenica di maggio si svolge la festa patronale. Il borgo è noto per essere il paese dei presepi infatti per tutto il periodo natalizio è possibile ammirare presepi di importanti artisti internazionali esposti in 15 grotte del centro storico.
85030 piazza guglielmo marconi, 3, 85030 Castronuovo di Sant'Andrea, PZ
Cersosimo sorge nella Valle del Sarmento e l’attuale centro si presume si sia formato intorno al monastero Bizantino dedicato a Santa Maria di Kyr Zosimo. L’aspetto urbanistico e architettonico del borgo è complessivamente medievale. Cersosimo è sede di un’importante area archeologica che ha riportato alla luce resti di abitazioni risalenti al XV sec. a.C. che risultano essere tra i più antichi insediamenti umani della Basilicata. Quest’area archeologica è tra le più interessanti del Parco del Pollino Patrimonio Unesco. Proprio per la sua collocazione nella zona del Parco Nazionale del Pollino il paese dispone di diverse aree ricreative ed escursionistiche infatti è un luogo ideale per effettuare escursioni sul Monte Carnara o per delle passeggiate nel bosco Capillo alla ricerca di funghi. La festa patronale è in onore della Madonna Assunta B.V. Maria di Costantinopoli a maggio e vede la partecipazione non solo dei cittadini ma anche degli abitanti dei paesi limitrofi. Negli anni ha acquisito un carattere sempre più interregionale e nell agosto del 2002 è stata proclamata ed incoronata Regina della Valle del Sarmento da S.E. Vescovo. Oggi viene fortemente venerata dai fedeli di tutta la valle e seguita con grande partecipazione dagli emigranti negli USA.
85030 Via Fratelli Bandiera, 1, 85030 Cersosimo, PZ
Chiaromonte sorge nella Valle del Sinni nel Parco del Pollino ai confini con la provincia di Cosenza. Il suo territorio è caratterizzato da grotte scavate nella roccia utilizzate per la conservazione del vino. L attuale centro fu edificato nel IX sec. d.C. dai Normanni sulle macerie di un preesistente agglomerato urbano. Dal punto di vista artistico merita attenzione la chiesa madre di S. Giovanni Battista risalente al XII XIII sec. che racchiude al suo interno il corpo integro del Beato Giovanni da Caramola converso cistercense del XIII secolo deposto in una preziosa urna lignea dorata. Il corpo e l urna del Beato Giovanni sono oggetto di pellegrinaggio per i devoti della Diocesi. Nel centro storico è possibile ammirare caratteristici scorci di vicoli ed abitazioni antiche con splendidi portali balconi finestre e soglie in pietra lavorata nonch molte vecchie porte a una due e tre aperture. Attraversando il centro storico si può salire fino sulla sommità del paese monte Catarozzolo dal quale si ammirano monti fiumi torrenti laghi valli e il verde che circonda il territorio. Il borgo ospita anche un castello un tempo dimora dei Sanseverino e oggi ancora in fase di restauro. La festa patronale è in onore di San Giovanni Battista e si svolge il 29 agosto. Durante la processione le donne portano in testa i cirii costruzioni di legno a forma di torre riempite di ceri e adornate da spighe di grano a forma di croci. I cirii avanzano per primi e simboleggiano la fede della gente nel Santo alla cui protezione viene affidato il raccolto dei campi. Nel paese ogni anno si svolge anche la Sagra del Sambuco un’occasione per degustare prodotti preparati con i fiori di sambuco. Il 16 agosto invece si svolge la sagra di Lagana e fasul.
85032 Corso Garibaldi, 85032 Chiaromonte, PZ
Cirigliano sorge su un rilievo circondato da alte montagne e fitti boschi lungo il torrente Sauro. Si può attestare quasi con certezza l’esistenza del paese a partire dal 1060 come riportato su una bolla della diocesi di Tricarico. Il nome Cirigliano probabilmente deriva da Caerellius perch edificato nella proprietà di Cerellio presumibilmente un centurione Romano al quale furono donate queste terre per meriti sul campo di battaglia. Il paese ha la struttura tipica di un borgo medioevale. Nel corso dei secoli Cirigliano è appartenuto a diversi signori tra cui i Formica ai quali si deve nel 1593 la costruzione del Castello. Nel territorio di Cirigliano è possibile scorgere anche i resti di tre mulini ad acqua: mulino Santa Maria Vignola costruito nell anno della carità 1848 dai Formica il mulino Don Carmine e il mulino di Rupicelli riservato solo agli abitanti dell omonima contrada. Passeggiando tra i caratteristici vicoli di questo paesello si può notare come tutto sia costruito in pietra di Cirigliano che ancora oggi viene estratta dalle cave ed è un’importante risorsa per l’artigianato e il commercio. Altra risorsa molto importante sono le sorgenti. La fonte d acqua Furr sorge a 1000 m è catalogata come oligominerale e pertanto è indicata per la cura dell apparato digerente. Patrono di Cirigliano è San Giacomo festeggiato il 25 luglio.
75010 Piazza Municipio, 13, 75010 Cirigliano, MT
Colobraro sorge tra i monti del Parco Nazionale del Pollino e il mar Jonio. Notizie inerenti alla sua esistenza risalgono al medioevo. Il Castello infatti di cui restano pochi ruderi risale al XIII secolo ed è stato dimora di numerosi feudatari che si sono succeduti nella storia del paese dai Sanseverino ai Poderico e ancora dai Pignatelli ai Carafa fino ai Donnaperna. Colobraro negli ultimi anni è salito alla ribalta della cronaca a causa della nomea di comune che porta sfortuna una fama che risale a prima della seconda guerra mondiale e che per anni ha condizionato negativamente la vita dei cittadini di questo luogo. Il paese è definito Quel paese in modo scaramantico più che dispregiativo. E’ l’innominabile appunto per la credenza superstiziosa che la semplice evocazione del nome porti sfortuna. A partire dal 2010 l’intera comunità di Colobraro ha deciso di esorcizzare questa credenza nera e di trasformare tutto questo in opportunità di sviluppo per il territorio istituendo una manifestazione chiamata Sogno di una notte a .Quel paese convincendo gli abitanti dei paesi vicini e coloro che vengono da fuori regione che la superstizione non fa male a nessuno ma è solo parte di un patrimonio folkloristico da custodire e tramandare. La festa patronale invece si tiene il 24 maggio in onore di San Nicola.
75021 Largo Convento, n. 1, 75021 Colobraro, MT
Le origini di Corleto Perticara si fanno risalire al XII sec. quando il primo nucleo di abitazioni si sviluppa intorno al castello di cui oggi restano pochi ruderi a causa dei bombardamenti del 1943. Il paese sorge nella Val d’Agri e il suo territorio è ricco di sorgenti d’acqua e di boschi con una grande varietà di piante ed alberi. Il paese un po’ come la maggior parte dei comuni lucani è stato interessato da continue conquiste e colonizzazioni che purtroppo non hanno mai dato al borgo una stabile struttura economica sociale e politica. Corleto Perticara è una terra a vocazione prettamente agricola e pastorale e questo si ritrova anche nella cucina e nelle specialità culinarie a base di ingredienti semplici ma gustosi. Molto utilizzata è la carne di maiale pecora e capra rinomata anche la produzione di formaggi. Il turista che arriva a Corleto Perticara può intraprendere un itinerario interessante come la Luce del Risorgimento. È un’installazione illuminotecnica e multimediale realizzata sulle mura dell’antico Palazzo Ducale che si sono conservate intatte nonostante i bombardamenti del ’43. La narrazione si basa sulla Cronistoria documentata della rivoluzione in Basilicata del 1860 scritta da Michele Lacava. Per gli amanti della natura e delle passeggiate nei boschi non può mancare l’itinerario Pietra Iaccata. Un percorso lungo 12 km e all’arrivo ci si trova immersi nella natura a disposizione c’è un’area pic nic. È presente un’area provvista di attrezzi ginnici in legno con cartelli esplicativi che ne spiegano l’uso corretto. Non manca a coloro che fanno equitazione un punto di ristoro per i cavalli. Caratteristica è la sorgente che sgorga tra gli anfratti delle rocce e il fiumiciattolo che scorre tra la folta vegetazione. La festa patronale è a giugno in onore di Sant’Antonio da Padova.
85012 Piazza Plebiscito, 85012 Corleto Perticara, PZ
Craco è un paese singolare e con una storia unica e particolare in tutta Italia. Craco sorge tra le fiancate dei calanchi ed è definito il paese fantasma . Inizialmente insediamento bizantino nel corso del Medioevo è passato sotto il controllo di diverse famiglie nobiliari e a testimonianza di ciò sappiamo che nel 1600 il paese si espandeva intorno a quattro palazzi nobiliari tra i quali spicca Palazzo Grossi vicino la Chiesa Madre che ospita al suo interno volte a vela decorate con motivi floreali. A rendere fantasma questo paese è stata una frana nel 1963 per la quale la popolazione venne fatta evacuare e trasferire a valle nella località Peschiera. La nuova Craco detta Craco Peschiera si presenta come un agglomerato di case popolari e sempre meno sono le persone che ci abitano. Craco vecchia invece negli ultimi tempi è meta di molti turisti proprio per questa particolarità di paese abbandonato tanto da attirare l’attenzione anche di registi nazionali ed internazionali che hanno scelto il paese come set cinematografico per i loro film. Il comune nella realizzazione di un piano di recupero del borgo ha istituito un percorso di visita guidata lungo un itinerario messo in sicurezza che permette di percorrere il corso principale del paese fino a giungere non solo a quello che resta della vecchia piazza principale sprofondata in seguito alla frana ma anche di visitare il nucleo della città fantasma. La festa patronale è in onore di San Nicola e si festeggia il secondo sabato di ottobre.
75010 Via Italia, 1, 75010 Craco, MT
Episcopia appartiene alla Valle del Sinni e nasce come fortezza bizantina allo scopo di difendere l’Impero Romano d’Oriente dalle mire espansionistiche del Longobardi. Episcopia ha una storia feudale alle spalle che vede succedersi normanni svevi e angioini. Il castello costruito nell’VIII dai bizantini nel corso degli anni è stato modificato a seconda delle esigenze dei dominatori di turno. All interno delle mura della fortezza si può ancora ammirare la cisterna e una grande costruzione adibita a stalla. Interessante dal punto di vista architettonico e religioso il Monastero di Santa Maria del Piano fondato da alcuni monaci basiliani che fino al XVIII sec. venne abitato dai monaci cistercensi. Importante anche poco fuori dal centro abitato il Convento con la Chiesa di Sant’Antonio che venne costruito nella seconda metà del 1500 e nel 1601 fu sede dei frati minori osservanti. La chiesa del convento è in stile barocco con bassorilievi raffiguranti putti e altre figure. Nel corso dei secoli ha subito varie trasformazioni. Episcopia è nota per la festa che si celebra ogni anno il 4 e 5 agosto in onore della Madonna del Piano. Secondo una leggenda popolare la statua fu trovata in una quercia da alcuni contadini i quali pensarono che i monaci ve la nascosero per proteggerla da atti vandalici. Al mattino si esegue la danza della falce sul sagrato della chiesa ad imitazione della mietitura e alla Madonna vengono offerti gli scigli piccoli serti di spighe collocati sulla testa delle donne e le gregne covoni portate a spalla dagli uomini.
85033 Via Ingegner G. Bruno, 88, 85033 Episcopia, PZ