Basilicata Comuni

Barile
Barile piccolo comune della provincia potentina fu fondato verso la fine del XV sec. dopo la caduta di Scutari nel 1477 da alcune colonie di albanesi in fuga dalle persecuzioni turco ottomane. Le origini albanesi riecheggiano ancora oggi nel dialetto locale ma anche nella consapevolezza critica della propria identità etnica e culturale. Fu un feudo appartenuto prima ai Caracciolo e poi ai Carafa. Barile mantenne il rito bizantino fino al XVII sec. per poi abbandonarlo poich era in corso una forzata latinizzazione rituale. Il paesaggio di Barile è caratterizzato dalla presenza dello Sheshe o Cantine dello Scescio ma ancora più note come Parco Urbano delle Cantine. Sheshi in albanese significa piazza e queste grotte cantine sono ubicate dove un tempo sorgeva la vecchia parte del paese. Sono grotte scavate nel tufo dove un tempo ma ancora oggi in misura minore veniva conservato il vino. Barile è rinomata infatti anche per la produzione del famoso Aglianico del Vulture DOC e DOCG e ogni anno si svolge nel paese la manifestazione Cantinando un evento che richiama un gran numero di visitatori amanti del vino e del buon mangiare. A Barile da più di quattrocento anni si svolge la Via Crucis il venerdì Santo. La processione che ricorda la vita di Cristo e il suo martirio è la più famosa della regione ed è ricca di simbolismi. Dal punto di vista monumentale merita una menzione la Fontana dello Steccato dall’aspetto tardo barocco risalirebbe al 1713 ed è caratterizzata da tre pietre scolpite a forma di testa da cui fuoriesce l’acqua. Poco fuori dal paese sorge il Santuario della Madonna di Costantinopoli in onore della quale è festeggiata la festa patronale il martedì dopo la Pentecoste. All’interno del santuario è conservato un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino in stile bizantino. Secondo una leggenda fu proprio la Madonna ad indicare in sogno ad un contadino il luogo in cui scavando avrebbe potuto trovare dipinto sul tufo la propria immagine. 85022 Corso Vittorio Emanuele, 14, 85022 Barile, PZ
Bella
Le origini di questo piccolo comune della provincia potentina sono remote e si presume che venne edificata sulle rovine di Numistrone l’antica città lucana distrutta nella battaglia combattuta nella zona tra Annibale e Marcello nel 210 a.C. Il periodo di maggiore sviluppo si ebbe durante la dominazione normanno sveva e fino all’età rinascimentale. A memoria di questo periodo c’è il Castello Aragonese la cui costruzione impiegò diversi secoli e che venne completato solo nel 1567. Oggi dell’imponente struttura restano solo il portale e due delle quattro torri originarie. Importante dal punto di vista architettonico e culturale è la Chiesa madre dedicata a Santa Maria Assunta. Questa chiesa ha una lunga storia la sua costruzione risale al 1200 andò completamente distrutta dal terremoto del 1694 e nel corso dei secoli ha subito un notevole restauro che ha visto la partecipazione di tutta la cittadinanza. La chiesa custodisce le reliquie di San Pio Martire infatti secondo una leggenda verso il 1000 una signora romana portò dalle catacombe in una urna ricoperta da una sottile rete metallica lo scheletro di San Pio Martire glorioso difensore della cristianità che divenne il secondo Patrono di Bella dopo san Giuseppe. Bella sorge nel cuore del Marmo Platano Melandro ed è circondata da boschi che offrono l’opportunità al visitatore di intraprendere passeggiate alla scoperta di una natura ancora incontaminata e di scoprire le fonti di acque minerali sulfuree che si trovano in località San Cataldo di Bella. Ogni anno a Bella si svolge il Bella Basilicata Film Festival che vede la partecipazione di volti dello spettacolo e del giornalismo nazionale ed internazionale. 85051 Corso Italia, 1, 85051 Bella, PZ
Bernalda
Bernalda si colloca nella parte finale della Val Basento nella parte meridionale della provincia di Matera al confine con la parte nord occidentale della provincia di Taranto. Le origini risalgono al periodo greco ma da alcuni documenti la sua fondazione risale al 1497 quando il segretario di Alfonso II d’Aragona Bernardino de Bernaudo decise di spostare il villaggio di Camarda nella zona del Castello. Il barone prestò la massima attenzione nel costruire il nuovo centro abitato che infatti da lui prenderà il nome di Bernalda situandolo sul promontorio sporgente sulla vallata del Basento e dandogli un impianto viario in cui sette strade larghe vennero intersecate da otto stradine trasversali che oggi formano il centro storico. Lungo le strade più importanti sorsero i palazzi signorili caratteristici del paese. Il centro storico è infatti ricco di arte e cultura. A Bernalda oltre che visitare palazzi e monumenti merita attenzione anche la natura. Si può visitare la Riserva Naturale Metaponto un’area naturale protetta istituita nel 1972 e che occupa 240 ettari lungo la costa ionica lucana tra le foci dei fiumi Bradano e Basento dove oltre alle numerose specie arboree presenti è possibile avvistare anche qualche esemplare di tartaruga marina Caretta Caretta. I festeggiamenti in onore del Santo Patrono di Bernalda si svolgono due volte all’anno: il 20 maggio data in cui il santo è ricordato nel calendario liturgico e il 23 agosto giorno della festa grann . Ad agosto viene simbolicamente rinnovato il gemellaggio con le città a cui il Santo era legato Siena L’Aquila e Massa Marittima e si tiene lo spettacolo del Corteo Storico che vede un grande coinvolgimento di tutta la popolazione. 75012 Piazza Plebiscito, 1, 75012 Bernalda, MT
Brienza
Brienza è un piccolo borgo della provincia potentina di origine longobarda che cominciò a svilupparsi nell’anno 1000 intorno al castello. Un antica tradizione attribuisce al castello 365 stanze una per ogni giorno dell anno. Brienza è uno dei pochi comuni che ancora oggi conserva una struttura architettonica medievale. La strada che porta al castello si caratterizza per la presenza di numerosi archi a tutto sesto che incorniciano uno dei tanti vicoli del paese. Negli anni ’80 in località Sant’Elena presso Braide è stata rinvenuta una Villa Rustica Romana risalente al I sec. a.C. Notevole è il patrimonio ambientale paesaggistico e faunistico dato dalla sua posizione geografica nel punto d’incontro tra la Val d’Agri la valle del Melandro e confina con il Val di Diano. Questa posizione rende il territorio ricco di boschi infatti qui era possibile ammirare fino al 2020 la Roverella una quercia ultrasecolare di circa quattrocento anni. La Roverella era stata censita dal WWF tra i primi venti Alberi Monumento più grandi d’Italia e per abbracciarla completamente ci volevano più di 10 persone. Il paese ha dato i natali a Mario Pagano giurista filosofo politico e drammaturgo italiano. Fu uno dei maggiori esponenti dell Illuminismo italiano ed un precursore del positivismo e nel borgo è ancora conservato un bronzo che ne ricorda la figura e la personalità. A Brienza è particolarmente sentita la festività del S.S. Crocifisso che si articola di due momenti: la Salita e la Discesa. Il primo momento si svolge a maggio il secondo invece a settembre. Altro evento che richiama numerosi visitatori è CruscoJazz Brienza una manifestazione artistica culturale che unisce le tradizioni lucane e la musica jazz. Le tradizioni sono rappresentate dal Peperone Crusco simbolo della tradizione culinaria lucana. 85050 Piazza dell'Unità d'Italia, 85050, Brienza PZ
Brindisi Montagna
Nel cuore della Basilicata sorge questo piccolo borgo le cui origini sono lontanissime nel tempo come testimoniano alcuni rinvenimenti archeologici risalenti al III sec. a.C. Brindisi id Montagna presenta una struttura urbana che si è sviluppata ai piedi del castello. La fondazione del borgo risale al X sec. ad opera dei bizantini. Brindisi di Montagna è stata anche una colonia arb resh ovvero italo albanese. A partire dal 1478 a seguito della caduta di Kruja giunsero nel paese colonie di albanesi che ricostruirono l abitato ormai abbandonato e spopolato da molti secoli. A partire dal 1595 i coloni albanesi edificarono anche la Chiesa di San Nicola e l’omonimo quartiere. Con il passare del tempo gli albanesi cominciarono ad intrattenere rapporti commerciali con i paesi limitrofi e questi scambi favorirono anche i matrimoni misti che uniti ad alcune vicende storiche e al fenomeno della migrazione con il passare del tempo hanno predisposto il paese a perdere la cultura albanese che oggi persiste solo nell’onomastica e toponomastica. Ai piedi di Brindisi di Montagna sorge la Foresta della Grancia al cui interno sorge il primo Parco rurale e ambientale d’Italia. All’interno di questo parco si trova un grande anfiteatro dove ogni anno va in scena uno spettacolo che ripercorre la storia del brigantaggio in Basilicata e la vita di Carmine Crocco. Lo spettacolo è ricco di effetti speciali e vanta la collaborazione di diversi personaggi del mondo del cinema e della musica italiana e richiama un numero sempre maggiore di visitatori. La chiesa madre è in onore del Santo protettore San Nicola festeggiato il 6 dicembre. 85010 Corso dei Lavoratori, 53, 85010 Brindisi Montagna, PZ
Calciano
Calciano è collocato tra le due province della Basilicata e sorge su un promontorio che sovrasta la riva destra del fiume Basento. Il paese è considerato la porta del Parco Naturale di Gallipoli Cognato data l estrema vicinanza dall area naturalistica protetta che comprende altri quattro comuni. Percorrendo la strada che collega la valle del Basento al centro abitato si possono notare i resti dell’antico paese medievale Caucium rappresentato da una fortificazione Castello o Rocca dalla Chiesa della Rocca e dalla Cinta di Santa Caterina. L’attuale centro del paese nasce quando gli abitanti nel XV sec. dovettero abbandonare il vecchio paese a causa delle cattive condizioni che si crearono a seguito di frane e alluvioni. Un’altra particolarità del paese è che si tratta di uno dei comuni italiani facenti parte dell Associazione Nazionale delle Città del Miele. Patrona di Calciano è Maria SS. Della Serra e il 7 e 8 settembre il paese è in festa in onore di San Rocco e della Madonna della Serra. Il paese sfila in processione recando la Statua tra le vie e i partecipanti portano i ceri . 75010 Via Sandro Pertini, 11, 75010 Calciano, MT
Calvello
Calvello è un comune della provincia di Potenza dell’Appennino lucano. Il nome deriva dalle parole latine caro e vellus cioè carne e lana simboli che compaiono anche nello stemma del paese. Il paese è famoso per una consolidata tradizione di ceramica artistica. La storia vuole che nel 1200 i monaci benedettini di Faenza introdussero l’arte della lavorazione dell’argilla. Da allora questa tradizione non è mai cessata anzi è stata tramandata di generazione in generazione fino a giungere ai giorni nostri. Gli artigiani erano chiamati faenzari e nei laboratori rionali utilizzavano torni rudimentali azionati a piede manipolavano l’argilla ricavata dal terreno e gli oggetti così creati venivano decorati e cotti nei forni. La particolarità dei manufatti è data dai disegni raffiguranti un uccello immaginario con il corpo di un passero e la coda di un pavone circondato da ghirlande di fiori e decori dove a dominare sono i colori del verde dei boschi e il giallo dei campi di grano. A partire dall’XI sec. il borgo ha avuto un notevole sviluppo economico sociale e culturale favorito dall’orografia e dalla collocazione dei due poli uno laico feudale a monte e l’altro religioso a valle. A monte sorge il Castello Carafa Ruffo di età normanna che ospita al suo interno il Museo delle Ceramiche di Calvello con annesso un laboratorio didattico di ceramica. Interessante è il ponte vecchio di Sant’Antuono sul torrente La Terra una costruzione in pietra del XIII secolo dalle fondamenta ben solide e ad arcata unica tecnicamente perfetta armoniosa e funzionale. Calvello sorge ai piedi del Monte Volturino e il suo territorio è ricco di verde e di sorgenti d’acqua. È una zona particolarmente adatta per gli amanti del trekking o della mountain bike. D’inverno non manca la neve nel paese e infatti diventa anche una meta turistica per gli amanti dello sci. Il calendario degli eventi nel paese ad agosto è veramente molto ricco e variegato è un mese pieno di appuntamenti si parte dalla Rassegna Internazionale del Folklore a seguire la sagra R lu Fruciedd un piatto tipico della tradizione culinaria calvellese e per finire il famoso Festival della Canzone Napoletana. La festa patronale è in on ore di San Nicola di Bari il 6 dicembre. 85010 Via Roma, 38, 85010 Calvello, PZ
Calvera
Calvera sorge alle pendici del Monte Mancino. È un piccolo borgo il cui antico nome era Calabra e le sue origini molto probabilmente sono greche e ciò è deducibile da una carta geografica appunto greca del 1053. Il nome deriva dal greco e significa bell’aria infatti a Calvera si respira un’aria sana grazie anche al paesaggio nel quale è inserito. Dal XV al XVIII secolo questo piccolo centro fu feudo dei Sanseverino e poi dei Donnaperna. Interessanti dal punto di vista artistico sono i due palazzi signorili Martinese e Mazzilli. In quest ultimo sono diverse opere pregevoli come i bassorilievi che riproducono scene sulle quattro stagioni e i medaglioni marmorei posti ai lati del palazzo che raffigurano poeti filosofi e altre sculture. Poco fuori Calvera importante è la cappella di San Gaetano protettore del paese al cui interno sono conservate pregevoli statue lignee e pezzi bronzei. La festa in onore di San Gaetano è il 7 agosto. 85030 Piazza Risorgimento, 4, 85030 Calvera, PZ
Campomaggiore
Campomaggiore sorge a pochi chilometri dalle Dolomiti Lucane ed è la storia di un paese abbandonato a causa di una frana nel 1885 che mise fine al sogno dei signori del paese i Conti Rendina che avevano cercato di fare di Campomaggiore la città dell’utopia come è stata definita successivamente. Campomaggiore Vecchio era un piccolo villaggio di origine romana fondato su modello di accampamento militare. A partire dall’anno 1000 Campomaggiore visse una serie di invasioni e saccheggi da parte di diverse popolazioni. Gli ultimi furono gli Angioini che la rasero al suolo e giustiziarono gli abitanti. Campomaggiore fu anche un feudo che però ebbe poca fortuna e ricchezze. Nel 1673 il feudo venne assegnato da parte del re Filippo IV alla famiglia Rendina incaricandola di ricostruire e rilanciare la cittadina da tutti i punti di vista. Il progetto di Rendina era di costruire un villaggio dove non esisteva la povertà c’erano delle regole ben precise ad ogni cittadino che si sarebbe trasferito a Campomaggiore sarebbe stato affidato un terreno da coltivare a tutti sarebbero stati concessi gli stessi diritti e doveri. In poco tempo la popolazione aumentò ma il progetto ebbe vita breve a causa di una frana che distrusse l’intero paese. Ciò che ne rimane del borgo vecchio è l’affascinante Palazzo Baronale che si affaccia su quella che un tempo era la Piazza dei Voti così chiamata per ricordare il momento in cui le prime sedici famiglie insediate a Campomaggiore si riunirono per scegliere di abbracciare il progetto utopico del conte Rendina. Di fronte al palazzo si ergono i resti della chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo. Intorno sono ancora visibili le mura delle antiche case contadine. A pochi chilometri da Campomaggiore Vecchio è possibile visitare il Casino della Contessa o Villa dei Cutinelli Rendina residenza estiva dei Rendina. D’estate la Città dell’Utopia rivive come spettacolo di danza tra le rovine di Campomaggiore Vecchio. La festa patronale ha luogo il 16 luglio in onore della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. 85010 Via Regina Margherita, 52, 85010 Campomaggiore, PZ
Cancellara
Cancellara sorge nell’Alto Bradano alle pendici di un colle e il suo territorio è caratterizzato dalla presenza di vulcanetti di fango in località Bofete. Cancellara è un paese con un patrimonio artsitico culturale e architettonico di notevole importanza. Custode di tutto questo è essenzialmente il centro storico tutto in pietra e ben conservato. Arrivando a Cancellara salta subito all’occhio la presenza del castello che domina l’intero abitato dandogli la caratteristica struttura medievale. Il maniero risale al XIV sec. e conserva le tracce dei feudatari che si sono susseguiti negli anni. Degne di attenzione sono le architetture religiose tra cui la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria San Rocco e Santa Maria del Carmine. La chiesa di San Rocco è particolare per la presenza di un campanile che ospita un orologio a sei ore risalente al 700 ma che oggi non è più in funzione. Poco fuori dall’abitato in località Serra del Carpine scavi archeologici hanno riportato alla luce una necropoli del VI V sec. a.C. probabilmente il paese subì l’influenza greca. Durante il XVIII sec. i Frati minori del Convento dell’Annunziata diedero un notevole contributo affinch il borgo crescesse culturalmente e spiritualmente favorendo l’espansione urbanistica e la costruzione di numerosi palazzi signorili. La comunità fu visitata da moltissimi viaggiatori che vi trovarono aria salutare ottima cucina e soprattutto la pregiata salsiccia a catena famosa e richiesta ancora oggi e la cui tradizione viene rinnovata annualmente il 3 febbraio con la Sagra della Salsiccia in occasione della festa di S. Biagio patrono della cittadina. 85010 Via Salvatore Basile, 1, 85010 Cancellara, PZ
Carbone
Carbone è un piccolo borgo della provincia di Potenza nel cuore del Parco Nazionale del Pollino. Il borgo si sviluppa in età medievale intorno al monastero Basiliano detto di Sant’Elia che la tradizione vuole sia stato fondato da San Luca abate intorno all’anno 1000. Al territorio di Carbone appartiene il Bosco Vaccarizzo all’interno del Parco del Pollino un luogo ricco di diverse piante erbacee ed arbustive. Carbone è terra di pregiati tartufi bianchi infatti il tartufo che si trova in questa zona va sotto la denominazione Tartufo bianco del Serrapòtamo di Carbone . Ogni anno hanno luogo numerose iniziative per la sua valorizzazione come la mostra mercato del tartufo che vede la partecipazione di numerosi turisti provenienti anche dalle regioni vicine e partecipano come ospiti cuochi e personaggi famosi del mondo dello spettacolo. Altra specialità del territorio è il Grano Carosella un particolare grano che cresce solo ad altitudini molto elevate. La festa patronale si svolge il 7 agosto in onore di San Donato. 85030 Via Vittorio Veneto, 92a, 85030 Carbone, PZ
Castelgrande
Castelgrande è un piccolo paesino della provincia di Potenza arroccato sullo spuntone di una roccia al confine con la provincia di Avellino. Castelgrande appartiene alla Comunità Montana Marmo Platano. Le sue origini risalgono all’anno 1000 e l’abitato si sviluppava intorno al castello probabilmente di origine longobarda di cui oggi restano solo pochi ruderi a causa degli eventi sismici e naturali che hanno investito il territorio nel corso dei secoli. Nel centro storico si possono ammirare i portali degli antichi palazzi con decorazioni in pietra scolpita ed intagliata tra cui spicca palazzo Cianci costruito agli inizi del 1600 con un portone in stile barocco su cui è visibile un rilevante fregio. Nel territorio non mancano anche zone archeologiche una in località Cannalicchio in cui sono stati rinvenuti resti di un villaggio risalente al periodo del Bronzo e un’altra su Monte Giano in cui sono stati scoperti frammenti di ceramica del periodo ellenistico. Per la sua posizione Castelgrande vanta un’aria pulita e poco inquinata che permette agli allevatori di tenere le bestie al pascolo e di produrre degli ottimi formaggi. Oltre a non avere un inquinamento ambientale Castelgrande vanta anche pochissimo inquinamento luminoso e questo permette di ammirare cieli stellati e l’installazione di due osservatori astronomici come l Annibale de Gasperis e l osservatorio astronomico di Castelgrande sul Colle del Toppo. Castelgrande ospita anche il Parco dei Colori l unico giardino botanico della Basilicata dedicato allo scienziato del XIX secolo Guglielmo Gasparrini. Il parco copre quasi due ettari di superficie dove crescono centinaia di piante autoctone ha la forma di una foglia con al centro la Casa delle Farfalle dove sono in mostra vegetazione tropicale e centinaia di farfalle rare. La festa patronale è in onore di San Vito il 5 luglio. 85050 Via Marconi, 25, 85050 Castelgrande, PZ