Melfi, Rionero, San Fele, Lagopesole, Avigliano, Barile, Forenza, Rapolla
Rotonda, San Severino Lucano, Terranova di Pollino, Latronico, Castelsaraceno, Lagonegro
Acerenza, Cancellara, Brindisi di Montagna, Vaglio di Basilicata, Castelmezzano, Pietrapertosa, Sasso di Castalda
Palazzo Marchesale sorge al centro del paese vicino alla chiesa di Sant’Antonio. Venne costruito dal Marchese Filippo Maria Donnaperna tra il 1773 e il 1778. Nel 1836 il palazzo fu acquistato dalla famiglia Massarotti e ne fu in possesso fino agli anni del dopoguerra, periodo in cui fu diviso in più unità abitative e ceduto a privati, mentre solo recentemente le varie amministrazioni hanno cercato di recuperare gran parte dei locali. Oggi infatti, il Comune di Pomarico detiene il 70 % circa della proprietà del palazzo. Il palazzo è a pianta quadrangolare e l’accesso al è consentito dalla presenza di due imponenti archi: uno posizionato a nord-est e l’altro a sud-ovest rivestiti in marmo travertino. Secondo alcune ipotesi in origine questi varchi erano chiusi da grandi porte in legno che trasformavano il Palazzo in un vero e proprio fortino. Provvisto di una corte centrale, anch’essa di forma quadrangolare, il Palazzo si sviluppa su tre piani ben distinti. Il piano terra caratterizzato da locali di servizio adibiti a stalle, ricoveri, depositi e granai. L’ala del primo piano a sinistra dell’ingresso destinato probabilmente alla servitù, oggi ospita il Museo della Civiltà Contadina, mentre il secondo piano è caratterizzato da una serie di stanze private e di rappresentanza. La facciata esterna del Palazzo è scandita sui quattro lati da una serie di finestre, mentre la facciata esposta a sud ovest è caratterizzata anche dalla presenza di una balconata, il che avvalora l’ipotesi che si tratti della facciata principale. Al piano terra della facciata si riscontra la presenza di altri due importanti ingressi a destra e a sinistra che portavano rispettivamente alla cappella e al teatro del Palazzo. Al piano signorile si accede attraverso una imponente scalinata, la quale negli ultimi anni è stata interessata da un imponente restauro. Dalla grande sala di disimpegno si accede ad una serie di sale comunicanti fra loro e al salone delle feste detto anche Salone rosa, così chiamato per via del colore che ne contraddistingue la decorazione. Questo salone è dotato di una volta dipinta a tempera scandita da riquadri speculari, alcuni decorati con motivi a grottesca, altri con paesaggi non realistici ma studiati dal vero. Le decorazioni rispecchiano il gusto figurativo degli ultimi anni del '700 e il primo decennio dell’800, derivanti dalla tradizione pittorica paesaggistica napoletana. Le pareti erano verosimilmente rivestite da sete e broccati di produzione locale, ipotesi giustificata dalla presenza sul territorio da una fiorente industria della seta, considerata tra le maggiori produzioni della Fabbrica di Manifattura della seta di S. Leucio, istituita da Ferdinando IV di Borbone nella seconda metà del ‘700. In successione si sviluppano una serie di ampie camere le cui volte presentano delle decorazioni ad affresco o stuccate secondo il gusto tipico dell’epoca. L’ampia zona del Palazzo che non è stata interessata dal recente restauro presenta anch’essa delle ampie camere dove ancora sono riscontrabili i decori a stucco che ne caratterizzavano le decorazioni. Il Salone delle feste è preceduto da una anticamera detta Stanza delle Muse che prende il nome dalla decorazione della volta divisa in riquadri all’interno dei quali sono raffigurate le muse della mitologia, panneggiate all’antica e rappresentate con i simboli loro attribuiti.
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Il Palio rionale di Sant'Egidio rispolvera antichi giochi e promuove la competizione tra i cinque Rioni di Latronico. Il Palio di Sant'Egidio si tiene durante tutto il mese di agosto, periodo in cui i rioni vengono abbelliti con i colori che identificano il quartiere. Partecipano al palio il Rione Capadavutu, il più antico, il Rione C.C.C.C.C, il salotto del paese, il Rione Munisteriu, dove un tempo sorgeva un convento, il Rione Funtana Villa, che prende il nome dal lavatoio e il Rione Viscigliu, zona in cui in passato crescevano piante di visciglio (i cerri).
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Lagonegro sorge nella Valle del Noce ai piedi del Monte Sirino ai confini con la provincia di Salerno e la Calabria. Posizionato in una zona ricca di sorgenti e laghetti Lagonegro ha origini lontanissime e il suo nucleo più antico risale al Medioevo nella zona del Castello. Nella chiesa di San Nicola si stanziarono dei monaci basiliani di origine bizantina tra il IX X sec. e una leggenda vuole che in questa chiesa sia stata sepolta Monna Lisa del Giocondo immortalata da Leonardo Da Vinci nel celebre ritratto conservato al Louvre di Parigi. Successivamente fu fortificata dai Longobardi di Salerno e dopo la conquista normanna fu assegnata alla contea di Lauria. L’aspetto religioso è molto sentito presso questa comunità infatti sul massiccio del Sirino c’è il Santuario della Madonna delle Nevi. La festività in suo onore si articola in tre momenti separati a giugno ad agosto e a settembre. Nel centro storico dove un tempo sorgevano templi dedicati alle divinità romane oggi sorgono alcune chiese questo processo di costruzione cristiana cominciò tra il IX X sec. Le sagre sono incentrate sui prodotti tipici come le castagne. Lagonegro ha dato i natali al cantante scomparso Mango. L’offerta turistica di Lagonegro non si esaurisce visitando il borgo e conoscendo la sua storia ma continua dando la possibilità ai turisti di optare per un turismo escursionistico favorito dal Monte Sirino meta prescelta anche dagli amanti dello sci alpino e di fondo grazie alla presenza del comprensorio in cui ricadono le stazioni di Lago Laudemio e Conserva di Lauria. Tra gli spettacolari boschi di faggio o sulle rive del lago glaciale Laudemio lago di origine glaciale a oltre 1500 metri di quota ci si può inoltrare soprattutto in primavera e avventurarsi in piacevoli passeggiate e rimanere affascinati dal colore verde smeraldo che il lago assume per la presenza di una particolare specie di alga. A pochi chilometri dal paese si trova il parco zoologico Giada creato da un appassionato di fauna esotica e donato successivamente al comune di Lagonegro.
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Arroccata su un colle definito il Balcone delle Puglie da dove è possibile osservare il panorama cha va dal Tavoliere pugliese fino al Gargano nella Valle del Bradano sorge Forenza un piccolo borgo in provincia di Potenza. Secondo la storiografia Forenza è un antico sito di origine sannita ed è citato da alcuni scrittori latini tra cui Orazio anche se l’attuale borgo non è quello di cui parlano gli antichi poich il paese che oggi conosciamo è sorto lontano dall’antica Forentum. Il nuovo sito risale al IX sec. ai tempi del Principato Longobardo di Salerno che includeva quasi tutta l’antica Lucania e Forenza apparteneva alla Puglia. Sul suo territorio si sono succedute diverse dominazioni e a testimonianza del periodo angioino sopravvivono i resti di quelle che una volta erano le mura risalenti al XIII sec. Nel centro del paese merita una visita la Chiesa del Crocifisso risalente al 1680 e che fa parte del Convento dei Frati Cappuccini. Il Santuario del SS. Crocifisso è meta di numerosi pellegrini devoti del Cristo in Croce provenienti da ogni dove non solo dai paesi vicini. La festività religiosa e civile del SS. Crocifisso ricorre il 3 Maggio e si rinnova solo per il culto il 14 Settembre. Molto suggestiva è la chiesa basiliana di San Biagio scavata in una grotta da un seguace di San Vitale. Si accede percorrendo una via mulattiera e nel suo interno si possono ammirare bellissimi affreschi bizantini. Forenza è rinomata per la produzione dell’Aglianico del Vulture e per l’olio extravergine d’oliva infatti rientra nel circuito dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio. Forenza negli ultimi anni è stata al centro dell’attenzione dopo che lo scrittore Mario Moiraghi in un suo scritto sui templari ha collocato la nascita di Ugo De Pagani 1118 fondatore dell’Ordine dei Templari di cui fu il primo Gran Maestro proprio nel comune del Vulture. Secondo questa tesi dunque la nascita dell’Ordine cavalleresco sarebbe da collocare in Italia e non in Francia. Intorno a tutto questo aleggia il mistero ma il comune ha saputo sfruttare questa risorsa infatti ogni anno ad agosto Forenza fa un salto nel passato il centro abitato ritorna agli anni di Ugo Pagani attraverso una manifestazione che è una rievocazione storica La Leggenda dei Templari Ugo dei Pagani e la sfida del mito A.D. 1118 . Un evento che richiama numerosi visitatori per conoscere la storia di Forenza e dei Templari ma anche un’occasione per degustare le specialità enogastronomiche del paese. Tra le prelibatezze del posto è da annoverare anche il formaggio pecorino ottenuto esclusivamente con latte intero di pecora raccolto da allevamenti la cui alimentazione è costituita principalmente da pascolo nell area interna delle colline lucane. Il 4 Novembre ricorre la festività di S. Carlo Borromeo Santo Patrono di Forenza.
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